Antonio (tutto su mia madre).

 

Quando entravamo in un locale d’estate si sedeva a un tavolino, poi si accorgeva dell’aria condizionata e allora si spostava alla ricerca di una bolla di calore, si risiedeva, ma realizzava che dove c’era la bolla di calore la musica era troppo alta, si rialzava. Andare in un bar con mia madre significava giocare al gioco della sedia per i primi dieci minuti almeno. Al cameriere chiedeva sempre un caffè macchiato caldo e guardandolo negli occhi ripeteva, come se lo volesse ipnotizzare, “cal-dis-si-mo”, scandendolo bene. Se camminavi accanto a lei in centro non ti potevi fermare a guardare una vetrina perché la perdevi, lei andava, era già a casa.

Se malauguratamente ti saltava in mente di farle una foto, invece di sorridere come tutti i poveri mortali, si muoveva, parlava, per risultare naturale. “Chiudi quella cazzo di bocca, mamma” è la formula che a casa mia ha sostituito il “cheese” prima di uno scatto di famiglia. È tanto, troppo, che non le faccio una foto.

Da piccola mi ha menato solo una volta perché mi aveva persa in spiaggia, in realtà ero seduta sotto l’ombrellone accanto alla sdraio, a giocare con le formine. Quando mi trovò mi tirò un ceffone per la paura, dopo mi chiese scusa. Si arrabbiava molto anche quando avevo la febbre, sempre colpa della paura. Per il resto mi diceva che ero una bambina bravissima, “poi non so com’è successo che sei diventata così”. Aggiungeva. Non ho mai pensato di chiederle cosa intendesse con COSI’. Davo per scontato che fosse un così stronza, così dura, così sfuggente. Un paio di mesi fa ho preso il coraggio e gliel’ho domandato, ma così come? “Così libera, Enrica”. È la cosa più amorevole che mi sia sentita dire. Le sono piaciuti tutti i miei fidanzati, tutti, anche quelli impresentabili, anche quelli strambi, anche quelli che non piacevano nemmeno tanto a me.

In gioventù assomigliava a Audrey Hepburn di Vacanze Romane, ma amava Marlon Brando di Sayonara. Fin quando ho vissuto con lei, poco in verità, mi ha svegliato gorgheggiando “Buongiorno amor, sei tu, che mi porti il buongiorno”. Lo odiavo, perché, ora lo so, ero davvero COSI’ stronza.

È stata maestra tutta una vita, era il suo mestiere, ma non ne parlava quasi mai. Piuttosto, in caso di trasferimento, si premurava di avere la casa a distanza di sicurezza dalla scuola “che poi incontro i genitori al mercato”. Se guarda le foto di classe ricorda ancora i nomi e i cognomi dei bambini, raro che ne dimentichi uno.

Iniziò a insegnare con il battesimo del fuoco, la mandarono in montagna, una colonia invernale. Aveva diciannove anni. Una colonia invernale maschile all’inizio degli anni Sessanta era a tutti gli effetti un collegio per disgraziati. Molti parlavano solo il dialetto, frequentavano le elementari ma alcuni erano ripetenti da anni, uno si masturbava continuamente e mia madre un’erezione dal vivo ancora non l’aveva mai vista. Avevano le teste infestate di pidocchi e i letti di pulci, li rasò tutti e lei si tolse i parassiti col petrolio.

Ricorda la paura degli inizi, quando arrivò in palestra, sola di fronte a questo schieramento di maschi, preadolescenti, molto incazzati. Le colleghe le avevano parlato soprattutto di uno, figlio di puttana e non in senso figurato, con una certa predisposizione al furto, alle testate e alla perdita di controllo. Si chiamava Antonio. Mia madre esitò un secondo sulla porta, si tolse la borsa a tracolla, fece un cenno ad Antonio che la sfidava con lo sguardo e gliela consegnò. “Tienimela, per favore” gli disse. E Antonio la tenne in grembo tutto il giorno come fosse un gattino di cui avere cura. Non so perché questo racconto mi commuove così tanto. No, non è vero, lo so.

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Foto: Susanita

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13 thoughts on “Antonio (tutto su mia madre).

  1. “Siamo sorelle!” ho pensato….abbiamo la stessa madre.
    E’ lo stile, l’aplomb, la compostezza. Avevano tutte la stessa compostezza. Quella che noi non sappiamo nemmeno cosa sia. Hai un dono: sai scegliere il punto di vista. 😉

  2. michelarosa says:

    Come madre di Antonio ho Dovuto optare per l homeschool perché Voldemort è tornato…..strano io non sapevo nemmeno che c era stato ed era andato via, mia madre mi parlava di camicie nere, si saranno scolorite, in America le tre scimmiette quella che non vede non sente e non parla hanno statuette rappresentative in molte piazze con la scritta teacher sulle chiappe, ho un suggerimento per tua mamma e le maestre in ascolto di sfondare la porta dei bagni a testate per scacciare Voldemort o i mangia morte cosi gli António possono essere liberi di fare i bambini.

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  4. Laura says:

    Sono tornata a leggere questo post, oggi, dopo aver saputo della tua mamma. Lo ricordavo benissimo, e a leggerlo oggi il nodo alla gola della prima volta si è fatto se possibile ancora più grande. Non ti conosco di persona, Enrica, ma sono una tua lettrice silenziosa da tanti, tantissimi anni. Ti sono vicina.

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