Cose che la gente disordinata fa diversamente.

La gente normale fa il cambio dell’armadio, non che ci goda eh, ma tocca due volte all’anno: primavera e inverno.

La gente come me lascia l’armadio semivuoto e una montagna di vestiti ammonticchiati sulla sedia. A un certo punto la montagna diventa una presenza familiare, ottima per spaventare i figli di notte e infatti alle tre non vengono più nel tuo letto come un tempo, hanno paura dell’uomo nero. Verso aprile (in primavera) e verso novembre (per il cambio invernale) il golem ha preso le sembianze di un modello di Vivianne Westwood, la gente come me comincia allora a parlargli: ci sono dei problemi, soprattutto con la sua igiene personale “ormai sei grande, puoi benissimo farti una doccia da solo che, insomma, non puoi continuare a bivaccare a casa mia”.

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Nella foto: come spero diventi il golem di quest’anno.

La gente normale cambia password periodicamente e sensatamente spesso avvalendosi del generatore casuale on line.

La gente come me è un miracolo che se la ricordi la password e non la cambia da anni, la stessa per diversi account. Poi legge su facebook che al tizio x hanno hackerato il profilo, si terrorizza e in un raptus cambia gli accessi, diversifica, inserisce maiuscole, minuscole, numeri, alti, bassi, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale… Non scrive nulla da nessuna parte (perché so’ furba, se poi l’hacker mi trova i bigliettini?), ma memorizza tutto attraverso complicate mappe concettuali (prendi la data di nascita moltiplicala per 2 aggiungi 10 dividila per 2 togli il numero che hai pensato). Finalmente si tranquillizza. Il giorno dopo non ricorda più un cazzo, è confusa come dopo aver cercato di preparare la programmata di fine anno di greco in una notte. Viene rimbalzata a ogni tentativo di accesso. E meno male che adesso non appare più la sfilza delle domande assurde tipo Vuoi recuperare a password? Come si chiama il tuo animale domestico? Ti piacciono i fiori? Vuoi fare il fioraio? Che tu eri lì a bestemmiare e partiva il questionario dei tre giorni del militare.

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La gente comune fa la spesa intelligente. Compra la carne in offerta e poi la congela.

La gente come me non si vuole sentire da meno e allora anche lei compra la carne in offerta e la congela, poi siccome è furba come una faina la mattina tira fuori dal freezer il pacco di polpette formato famiglia e lo infila nel frigo. La sera torna a casa, trova nel frigo il pacco di polpette formato famiglia, non lo riconosce, guarda la data di scadenza e si indigna con se stessa perché non ha ancora buttato la carne scaduta da una settimana.

Per la gente comune al concetto “Lo metto qui così me lo ricordo” corrisponde un qui preciso e facilmente memorabile. La gente comune il “qui” effettivamente se lo ricorda.

Per la gente come me “Il qui che me lo ricordo” è un luogo mitico, come Le terre di mezzo o Hogwarts, The Land of I’ll put it here è un paese di nebbie perenni popolato da chiavi delle cantine, libretti delle istruzioni della lavatrice, garanzie delle tv, certificati elettorali, telecomandi.

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La gente comune scherza sui calzini spaiati mangiati di tanto in tanto dalla lavatrice e ironizza sulla propria sbadataggine. Ci fa simpatici status su facebook.

La gente come me sa che la gente comune non ha idea di cosa stia dicendo. Perché la gente come me ha incubi terribili dove, come in Uccelli di Hitchcock, è uccisa da calzini spaiati incazzati come bestie. I fantasmini a casa mia si chiamano così perché non sopravvivono mai, ma la loro presenza aleggia sotto forma di senso di colpa.

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La gente comune si bea del proprio senso civico guardando i timbri delle votazioni collezionati sulla tessera elettorale.

La gente come me colleziona tessere elettorali, una per ogni timbro. A ogni votazione non la trova e le rifà. La strada per “il qui che me lo ricordo” è lastricata di schede elettorali sostitutive.

Le donne comuni, quelle burlone, scherzano sullo stato delle loro borse, lamentandosi di non riuscire a trovare mai le chiavi.

La gente come me ha una borsa mutata geneticamente dall’eccesso di utilizzo. Una borsa che inghiotte qualsiasi cosa: biscotti dei bambini, assorbenti, penne biro, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale (aridaje), una borsa con l’idraulico liquido incorporato. L’ultima volta che c’ho buttato dentro le chiavi ha detto Wyoming ruttando.

La gente comune ha abbracciato la modernità e quindi acquista e sostituisce periodicamente le pile nei propri apparecchi elettronici.

La gente come me schiaffeggia il telecomando per fargli cambiare canale con tutta la forza che ha in corpo, a volte percuotendosi la coscia con foga. Quando nessuna rianimazione a schiaffoni è possibile decide di sostituirne le pile prendendole dalla bambola “mangia parla” della secondogenita. Solo che poi quando la secondogenita si accorge che la sua “mangia parla” è stata costretta al mutismo, la gente come me sottrarre le pile a Saetta “romba e tuona” del primogenito. Quando il primogenito si accorge che Saetta romba e tuona a salve, la gente come me sottrae le pile al depilatore da viaggio. La gente come me in viaggio ha una depilazione approssimativa.

 

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35 thoughts on “Cose che la gente disordinata fa diversamente.

  1. Il discorso “Lo metto qui così me lo ricordo” per me è un classico, perché ritrovo oggetti dopo anni, dato che sistematicamente dimentico dove ho ben riposto l’oggetto in questione.

    • Però è divertente riscoprire l’esistenza di cose date per perse irrrimediabilmente o di cui addirittura non si ricordava l’esistenza. (Un po’ meno divertente quando ci ho perso giornate ed era qualcosa, di solito un documento, IMPORTANTISSIMO!!!)

      • Una dimenticanza tra le tante: le chiavi di casa di mio fratello, che era in ferie e io dovevo andare a casa sua per dare da mangiare al gatto e innaffiare i fiori.
        Oppure la tessera sanitaria del figlio.

  2. Io volevo solo avvisare che ho scoperto un sito di calzini che li vende, di base, spaiati… O a gruppi di tre… E io sono felice, la lavatrice non mi fa più paura! 😉

  3. Più pericoloso di un disordinato nel suo disordine, è il disordinato che mette in ordine e poi non trova mai più un cazzo per il resto della sua miserabile vita. Sono stata convinta per un mese di aver perso (buttato?) tipo TUTTI i the e le tisane in mio possesso, prima di ricordarmi di averle spostate in un anfratto dimenticato da dio e dagli uomini.

  4. Marianna says:

    La gente come me per leggere il tuo pezzo si dimentica di scendere alla fermata giusta…
    Per il resto tutto molto simile. A parte il fatto che il posto “qui che me lo ricordo” si chiama “un posto intelligente” e che i calzini io li indosso spaiati senza grossi turbamenti.
    Ah e poi ho scritto al signor Yahoo che mi intimava per la centesima volta di cambiare password per difendere la mia sicurezza. Signor Yahoo – gli ho scritto – io ho una certa età e fatico a ricordarmi password nuove. Quanto alla sicurezza della mia posta non c’è nulla di segreto né di interessante; e se proprio qualcuno vuole curiosare si accomodi.
    Giuro che l’ho scritta, ma è tornata indietro….
    Alla prossima
    Marianna

  5. LaStedaBo says:

    solo tre parole: io – non – rido.
    ci siamo capite, no?
    ogni santo giorno che non trovo le chiavi, telefonino, portafoglio, carta d’identità, ecc ecc, il primissimo pensiero è:
    ecco lo sapevo, saranno partite 5 minuti fa nel camion dell’immondizia, dove il mio disordine ha fatto in modo che finissero.
    Da affrontare lungamente con la psicologa.

  6. Stefania says:

    Non mi dici niente di nuovo! Solo che lo fai nelle tuo modo brillante di sempre , e acquista tutt’altro sapore!
    Ah, comunque…di “gente comune” ne conosco poca, e quella che conosco è da rinchiudere. O da evitare. Sopratutto per la noia che infonde.

  7. non penso che nessuno dei tuoi lettori oggi riesca ad amarti come ti amo io ad ogni rilettura di “L’ultima volta che c’ho buttato dentro le chiavi ha detto Wyoming ruttando.”

  8. Vans says:

    Grazie mi hai fatto sentire la regina dell’ordine per essere riuscita a finire una tessera elettorale! Per il resto potrei essere io, anche se da quando ho iniziato a convivere (con un ordinato maniacale) il golem si è ridotto a in esistenza setttimanale. Ma se convinco il consorte che tiene lontani i figli di notte magari me lo lascia ricreare.
    comunque con i calzini o decidi un total look tutti dello stesso colore o li prendi coloratissimi: le calze delle principesse di mia figlia non le ho ancora perse. Invece ho seri problemi con guanti e cappelli … scappano, vivono di vita propria… magari sono in Wyoming con i tuoi calzini
    Baci e grazie per come scrivi
    V

  9. dragonflai77 says:

    mia figlia non ha capito bene lo strano traffico di pile dalla bambola al telecomando alla macchinina…. io già piangevo dal ridere!!!

  10. angelica says:

    anch’io mi sono sentita “gente comune” leggendo questo meraviglioso post, poi mi sono ricordata di quella volta che in ufficio ho dentito un rigonfiamento sul polpaccio sotto i jeans e mi sono preoccupata tantissimo che mi stesse succedendo qualcosa di grave. Poi ho tirato fuori il paio di mutande del giorno prima. Posso sentirmi degnamente una come te? 😀

  11. L’ “iperordinato cronico” leggerebbe questo post con aria di sufficienza,seduto sul divano,in preda ad uno zapping compulsivo…io sto leggendo compiaciuta una descrizione che mi calza a pennello,mentre giro i canali direttamente da dietro la TV perché il telecomando non si trova mai! Veramente deliziosa,complimenti.

  12. Luisa Bertola says:

    Bellissima l’ ho mandata alla mia amica disordinata come me e per non essere confusa con la “gente comune” sappi che all ‘ennesima denuncia di smarrimento patente i carabinieri hanno cominciato a dubitare della mia sanità mentale e conseguente capacità di guidare e non volevano rifarmela

  13. Luisa Bertola says:

    Senza contare le volte che andavo in macchina e tornavo inconsapevole a piedi non ricordandomene e poi quando uscivo di casa la cercavo,smadonnavo contro i ladri per poi ricordare che era dal medico,estetita,sotto casa del fidanzato….

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