A un mese dall’inizio delle scuole, è giunto il momento per me di tirare le somme insieme a un sospiro di sollievo, perché ho finalmente entrambi i figli alle elementari. Non era scontato, Marta a giugno aveva rilasciato dichiarazioni inquietanti. Innanzitutto fingeva di non saper leggere per essere bocciata alla materna e ripetere l’ultimo anno. Poi durante tutta l’estate ha ribadito di voler partire dal secondo giorno, non presentandosi al primo. Alla fine ha ceduto, ma solo di fronte alla promessa di poter saltare la quarta e dedicarsi a un anno sabbatico in giro per l’Europa.
Le nuove maestre mi piacciono molto, anche perché ci hanno accolto con un discorso sulla fiducia. Fidatevi, hanno detto, i bambini quest’anno dovranno imparare a leggere, scrivere e contare. Vi rassicuriamo che a leggere e scrivere e contare ci arrivano tutti, chi prima chi dopo. Per il resto usciranno molto in cortile, anche d’inverno, perché è giusto così. Mi è parso un programma davvero condivisibile e rassicurante. Scuola primaria, non di primati o primi della classe, manco di numeri uno.
“Non venite a riferirci i comportamenti dei vostri compagni”, pare abbiamo spiegato ai bambini nel racconto che ne fa Marta la sera, “a meno che vi mettano in pericolo, per il resto se qualcosa non va ce ne accorgiamo da sole”. Altra ola in automatico. A me questa filosofia del non rompiamoci troppo i coglioni a vicenda genitori, insegnanti e bambini, convince pienamente.
Poi si passa all’elezione, tempo per la scelta della rappresentante: tre secondi netti, senza nemmeno un piccolo discorso stile “abbiamo eliminato la povertà e i pidocchi”. Segue l’apertura gruppo whatsapp, con incipit per attribuire un nome al numero di telefono. Ci siamo presentati uno dopo l’altro come in un’anonima alcolisti. “Buongiorno sono Enrica, mamma di Marta, non toccavo una chat di whatsapp da due mesi, ventiquattro giorni, sei ore”. “Ciao mamma di Marta”. E via così. Una gentilezza e un decoro sconvolgente.
In quella di Lorenzo, ormai rodatissima, siamo giunti al livello: “raga, portate carta da culo da casa, che a scuola scarseggia”. Seguono ok ok ok, al massimo il più polemico e fuori dal coro ti dice che suo figlio si pulisce a casa.
In terza cominciano a ridursi anche gli slanci festaioli per i genetliaci. Primo anno prevede mega celebrazioni con volo Alitalia verso la ludoteca allestita in mood Coachella; secondo anno festa all’aperto in un giardinetto della città con la mamma che si è studiata i tutorial per fare i palloncini e alla fine tutti i compagni si sfidano a duello incrociando delle spade falliche inquietanti che sembrano mega durex sgonfi; terzo anno invito esteso a pochi amichetti per una merenda dopo scuola in un giorno rigorosamente infrasettimanale, meglio se durante un’epidemia di influenza così c’è meno gente, pane e nutella e pedalare; quarto anno lo mandi con un pacchetto di fonzie in borsa e una bottiglia di chinotto sgasato e “festeggia nell’intervallo con chi ti pare”. Quinta elementare, prendi da parte il bambino e gli fai il discorsetto: “Ma a dieci anni ancora vuoi far festa? Io alla tua età ero già emo”.
Piccole note a margine. Gli zaini ara-merda, ovvero i trolley aratro per le cacche di cane, hanno sostituito gli zaini carapace da spalle. Tutto è firmato e brandizzato, sono sponsorizzate anche le conte e le filastrocche. La celeberrima “Hai sete? vai dal prete” che si tramanda, immutata da generazioni e generazioni, i miei figli la conoscono nella versione “Hai sete? vai dal prete, che ti offre acqua Lete”.
Hanno inventato delle penne cancellabili che cancellano veramente, non quelle nostre che lasciavano i fogli lividi di escoriazioni blu. I temperini scompaiono come trent’anni fa, c’è un buco spaziotemporale dove vengono risucchiati al fondo dello zaino ara-merda.
Per il resto i bambini ridono ancora per il fantasma formaggino che si spalma sul panino e si spanciano per una barzelletta in cui Pierino, a corto di salsiccia, si evira servendo la propria mascolinità alla mamma come pasto. Rientra nella tradizione orale dell’epica infantile, dopo l’Edipo Re, Pierino Re.
(Ne riporto il testo completo in modo che la tradizione orale trovi riscontro nel testo scritto. La mamma dice a Pierino: “vai dal macellaio e fatti dare il salame” ma Pierino non ha voglia di andare, allora si taglia il pisello e lo fa mangiare alla mamma che dice a Pierino: “che buono che è! Vai a comprarne ancora!” e Pierino dice: “mamma devi aspettare che mi ricresca!”).
Una certezza permane. C’è gente che continua a rubacchiare in bottega ticchetà e alla prigione non pensare ticchetà e il cui testone ticchetà era un melone ticchetà e qualcuno trova corretto mangiarselo per colazione ticchetà. E ora scusate ma devo dedicarmi alla stesura del mio studio Semiologia del cannibalismo nelle conte infantili.
Illustrazione: Letizia Rubegni.
Se devo essere sincera, la cosa che mi ha sconvolta di più sono le penne cancellabili sul serio. Ci metterò un po’, a riavermi.
La barzelletta su Pierino ha fatto ridere anche me, ma solo perché è il soprannome di un mio ex, ridacchio o vomiticchio.
Marta SPACCA.
Con lo zaino ara merda mai far passare lo scolaro per un viale di gingko biloba a fine autunno il risultato è un arma chimica letale, altro che merda
In quinta le mamme si sfanculano allegramente, una ha dato della fascista alla rappresentante. I gruppi scuola li tiene mia moglie io gestisco quelli sport. Un inferno.
Alle medie tutti si fanno i cazzi propri.
Poi finalmente arrivi alle superiori e lì svolti.
Sul sito della scuola trovi il mitico REGISTRO ELETTRONICO, un cazzo di grande fratello che gli conta anche i peli del culo.
Una goduria.
Tieni duro un registro elettronico arriva per tutti.
Sei bravissima a scrivere: complimenti sul serio
grazie!
Pierino dopo che la maestra ha spiegato la vendemmia, deve scrivere un pensierino che includa il verbo MESCERE.
„A scuola metto i pantaloni lunghi“
E la maestra: e allora?
„Perché con quelli corti M‘ESCE“
grazie! anche questa merita di passare dalla tradizione orale a quella scritta!
La maestra di Pierino è avanti con gli anni e ormai non ci vede più tanto bene.
Una bidella la informa che tutti i suoi alunni sono dei capelloni, bisogna far qualcosa ché quest’anno la pediculosi è un problema serio.
La maestra allora entra in aula e proclama: “domani dovete venire tutti con i capelli corti, altrimenti vi assegno venti pagine di conticini da fare!”
Il giorno dopo tutti i compagni arrivano a scuola con i capelli rigorasamente rapati a zero tranne Pierino.
La maestra incomincia a passare per i banchi toccando le varie teste per verificare il taglio di capelli e quando tocca a Pierino lui prontamente si abbassa i pantaloni e fa toccare alla maestra il deretano.
E la maestra: “Bravo Pierino, hai fatto anche la riga in mezzo”
Cara Tiasmo, ti trovo in formissima! Brava e ribrava.
ho scavallato alle medie quest’anno e Dio le abbia in gloria non c’è nemmeno un gruppo wp. Mi sembra di stare in paradiso. il registro elettronico permette di” sgamare” subito le mancanze della figliuola e i compiti a casa non li chiedi a nessuno perché li trovi tutti lì. Solo mi devo abituare ad averla in casa tutti i pomeriggi a fare i compiti. Arriverà a scoprire la biblioteca
Alle medie i genitori non si parlano con wazzapp????? Stupore
ma va?!
Ah! Ecco! Sennò che stress da pre-riunione, pre-compito, pre-esame è!?
Enrica, ti dico una cosa: qua in Spagna le elementari durano 6 anni e siccome materna e elementari sono un unico complesso scolastico, la classe che inizia con 3 anni ti accompagna fino ai 12. Noi siamo in seconda elementare, abbiamo ancora 7 anni di stessi compagni e compleanni davanti a noi.
La barzelletta di Pierino esiste anche in Spagnolo e Pierino diventa Jaimito!
Ciao, è la prima volta che commento, di solito ti faccio la ola in privato, ma sta volta mi hai fatto veramente ridere, nel modo che piace a me, e non riesce quasi a nessuno. Quindi grazie.
Io posso assegnarmi da sola il premio “mammadimerda” perché le incredibili e superfunzionanti penne cancellabili hanno un grandissimo difetto. Costano come una stilografica. Prima dell’inizio della seconda, all’ingrosso più economico della città, ho fatto promettere a mio figlio che ne avrebbe fatto buon uso. Che non le avrebbe perse o rotte. Devo essere onesta, ad oggi resistono. Al colloquio chiederò alla maestra di usare per lunghi mesi la matita…
la ola a te!
Buona scuola :*
Anch’io ho un blog, scrivo componimenti, se ti va passa a dargli un’occhiata, facciamo girare le letture, non siamo chiusi nel nostro “orto”, siamo aperti anche ai piccoli blog e non solo a quelli dei grandi numeri,siamo aperti!
io sono aperta, ma il tuo blog è down, non mi fa accedere
non è possibile, magari è solo un momento di connessione, vedo che mi visualizzano, non lo può essere, se entri sul mio profilo poi devi saper accedere anche al mio blog
comunque potevi trovare un’altra balla, non era così convincente! Ritenta con i prossimi followers…finché ti credono…
Onestamente non ho bisogno di trovare nessuna balla, il tuo sito notedirugiada.wordpress.com se ci digiti sopra dà: “is not longer available”. detto questo i miei followers non hanno mai questo tono di merda grazie al cielo, ritenta con qualche altro blog.
non ho avuto alcun tono di “merda”, anzi sono stata piuttosto diplomatica, se l’hai reputato tale, probabilmente hai la coda di paglia. In ogni caso, finché si fanno complimenti va tutto bene, quando poi si va a palesare il pensiero vero, si viene reputati come “persone che adottano toni non consoni”,(come vedi sono stata diplomatica anche qui, a differenza tua!), meditate gente meditate!.
ho controllato ora in modo più capillare, come fosse possibile che non desse la disponibilità all’apertura del mio sito, ho notato che era vero quanto mi dicevi, era sul mio sito il problema, ho compreso la motivazione, per questo, ti chiedo scusa se ho pensato che stessi dicendo una balla e per il mio modo, dettato da tale erronea credenza. Sono in ogni caso una ragazza che quando comprende di sbagliare, poi sa anche chiedere scusa. buona serata.
La descrizione dell’inesorabile crollo di entusiasmo nel festeggiare i compleanni è assolutamente vera! Noi dalla materna, con affitto di sala animatrici e rinfresco, siamo arrivati a meno di dieci amici portati al fast food sotto casa e poi su da noi solo il dolce…
Voglio vivere il climax discendente dei compleanni! (Ma mi sono spos(t)ato in una città pontificia e carnevalesca dove più invecchi più festeggi).
LIBERAMIIIIIIIII