Il mio pigiama parto, senza pigiama e senza camicia da notte (ovvero di come alle 7 e 21 del 3 agosto è arrivata Andrea Ines).

Rompo le acque che sono sola con Marta e Lorenzo (Dario è rimasto a casa sua CHE FIGURATI SE STASERA… MANCA ANCORA PARECCHIO), li sveglio alle due di notte e ci mettiamo a fare insieme la valigia per l’ospedale, non l’ho ancora nemmeno abbozzata CHE FIGURATI SE DEVE ESSERE PRONTA CON COSì LARGO ANTICIPO. “Fare” significa che buttiamo dentro a uno zaino da mare riesumato da un fondo dell’armadio con sabbia incastrata nelle cuciture mutande, amuleti, trucchi, spazzolino dentifricio e asciugamani buoni per il bidet di un fachiro per quanto sono rigidi e scartavetranti. Ho un problema con gli asciugamani, li compro morbidissimi e candidi, li passo una volta in lavatrice e ne escono di cartongesso e di un colore marrone-bronzo-merdaceo che in natura si trova solo in alcuni modelli della Fiat Multipla. Quando i vicini del piano di sotto cominciano a notare una macchia di umidità sul loro soffitto, mi ricordo di aver rotto le acque da dieci minuti e che non posso pormi quesiti sulla mia inadeguatezza in tema di lavaggi e ammorbidenti: bisogna andare. Al pronto soccorso mi dicono che sono troppo sorridente e allegra per essere in travaglio, mandano a casa Dario, LO CHIAMIAMO NOI QUANDO E’ ORA, CHE FIGURATI SE PARTORISCE COSì IN FRETTA NON HA NEMMENO LE CONTRAZIONI. Le contrazioni in effetti non le ho forti, ma è anche vero che Marta l’ho praticamente partorita in ascensore. Intanto si fanno le sei, “signora vuole mettersi una camicia da notte?” Mi chiedono le infermiere. Apro la borsa da mare, dentro ho anche il vestito della cresima ma di camicie da notte non c’è traccia. “Signora metta almeno le pantofole…” Pantofolahahahahah, manco quelle ci sono.
Per punizione mi fanno indossare le calze bianche antitrombo stile stivali Casa di Pony. Sono sexy come Candy Candy fantasie di puerperio. Ci sono 65 gradi percepiti, continuo a perdere le acque, che però evaporano istantaneamente. “Allora come sta la donna geyser?” E’ arrivata la ginecologa di turno. “Bene bene, ma io credo di dover partorire, forse è meglio chiamare il papà”. “Ma no, ma no, sorride ancora troppo per essere in travaglio” anche lei si basa sul mio sorriso orizzontale e non sull’urlo di Munch sottombelicale. Alla fine il papà lo chiamo di mia iniziativa alle sette, arriva correndo in moto in meno di un quarto d’ora, alle 7 e 21 Andrea Ines è tra le braccia di Renegade. A me non mettono nemmeno un punto, tutto è stato veloce e quasi indolore, ma per Dio se dovete partorire non sorridete mai, andate incazzate come bestie rabbiose, fate le prove di facce brutte e ringhio a casa o non vi crede nessuno. Salutiamo il papà che in pratica ha ancora il casco, molto utile a dissimulare la commozione, con le leggi Covid lo rivedremo solo all’uscita, non sono ammesse visite di nessun genere durante la degenza.
Torniamo in camera, felici ma sole. L’ospedale è come l’avevo lasciato otto anni fa, a parte il silenzio, c’è una quiete irreale senza parenti e amici e infermiere che cazziano parenti e amici perché si trattengono troppo o perché fanno casino. Le madri soffrono col silenziatore, quasi in preghiera, gli unici a piangere spudoratamente sono i neonati che se ne fregano delle restrizioni. Il resto è come sempre. Ci sono le piccole culle vaschette per le tartarughe, quella trasparenti dove dormono i bebè rugosi come testuggini. Ci sono le neomamme smarrite con la pancia a sufflè che spingono le culle terrario manco fossero girelli per anziani, si fanno sorreggere dal futuro e insieme il futuro dipende da loro. Ci sono i bambini delle altre che sono tutti belli ma sempre un po’ meno del tuo. Ci sono le ostetriche che li rigirano tra le mani sapienti e li sbatacchiano, i baby shottini tequila bum bum felici di essere sbatacchiati. Ci sono i gridolini dei parenti e degli amici in videochiamata: “che piedini!” il miracolo della vita sta tutto in quelle dieci minuscole dita perfette.
Marta quando vede la sorella dice che le sembra abbia due culi in orizzontale al posto degli occhi. Secondo me ha un po’ di borse femminili alla Carolina Crescentini, ma la teoria di Marta è più suggestiva. Andrea Ines è una bimba buffa e perfetta, ha l’aria di una che ha appena pagato le tasse, Lorenzo ha coniato per lei la parola malinconcia, una crasi tra malinconico e malconcio, pare l’abbiano buttata giù dall’utero mentre dormiva ancora, salva, al sicuro, ma impreparata e assonnata. Ogni tanto ha un sussulto come se cadesse nel vuoto di schiena, risucchiata da questa famiglia folle e affollata. Semplicemente l’adoro, siamo una squadra d’eccezione, lei ed io. Quanto a me, la montata è arrivata subito e l’antica latteria fuori corso ha riaperto i battenti a pieno regime. In tutto sono stata in ospedale due giorni esatti, entrata all’alba del 3 e dimessa la mattina del 5: fast and furious, fuori in 48 ore! Voglio che sia messo agli atti che non esistono madri attempate, al massimo madri veterane, che forse non sanno lavare gli asciugamani, ma sanno accogliere il pianto della vita con un sorriso. E vuoi mettere?

 

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32 thoughts on “Il mio pigiama parto, senza pigiama e senza camicia da notte (ovvero di come alle 7 e 21 del 3 agosto è arrivata Andrea Ines).

  1. Uno dei tuoi pezzoni migliori e la marcia in piu va da sè.
    L’urlo di Munch e la ciliegiona strappata dalla capoccia.
    Benvenutissima A.I. che vabbeh magari detto così no.
    Bravissima tu, che alla fine il delirio è tutto a carico vostro.
    Forza&coraggio.

  2. Vans says:

    Congratulazioni!! Bella Andrea Ines nata con il tuo sorriso addosso!
    Gli asciugamani (a parte in post partum ma li meglio i rotoloni regina) per me da carta vetro asciugano di più: asciugoscrub.
    Io invece faccio tutto o azzurro grigio o con delle punte di rosa strani … sempre nel catalogo multipla.
    In bocca al lupo!

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  4. Ezzuela Zarantonello says:

    Ben arrivata Andrea Ines e un “super bravissima” alla mamma! Ma che belle che siete e che racconto meraviglioso! Direi che hai avuto un parto da manuale 🙂

  5. Uh sono nata l’8 di agosto, mia mamma sorrideva, quindi non venne creduta e si narra che l’ostetrica mi prese al volo con un guanto solo indosso. Chissà se avevo anch’io la faccia di una che ha appena pagato le tasse 🤔😁.
    Comunque Andrea Ines ha una mamma magnifica alla faccia della puerpera attempata

  6. Federico EMMA says:

    Congratulazioni vivissime ! Per la “performance”, e per il racconto, finto disincantanto, in realtà trrasudante giusta soddisfazione e orgogliosa nonchalance, equilibrata ed ironica, senza essere spocchiosa ! Affettuosi Auguri alla neo-terrestre, che con quel nome, ambiguo equilibratamrnte sarà un bel puzzle per i suoi compagni di scuola. E tanta, tanta tenrrezza !

  7. Antonella Capuzzi says:

    Rimango sempre affascinata dal coraggio delle donne che decidono di ricominciare daccapo quando sono già arrivate a un buon punto con l’indipendenza dei figli! Che energia! Buona vita a Andrea Ines, che senz’altro si divertirà molto con la sua mamma, e, ovviamente un abbraccio abbraccioso a te, guerriera.

  8. madre attempata a chi? ma se sembri massimomassimo trentenne! (a me hanno dato della primipara attempata a 32 anni, sono ancora offesa…). Benvenuta piccola bimba non avrai mai il tempo di annoiarti con questa tua fantastica mamma

  9. ing.francesca says:

    auguriiiiii! benvenuta Andrea Ines! e complimenti Enrica, sei davvero una forza della natura! come dice la mia ginecologa “il terzo figlio si fa a memoria!” anche per me è stato tutto più facile e veloce! un forte abbraccio! Francesca

  10. clo says:

    Auguriii! E grazie Enrica per averci fatto partecipare al tuo fantastico pigiama parto.. anche a me, per la mia primogenita, è stato detto “con quella faccia non è ancora ora, passi il Natale tranquilla..” e sono stata rispedita a casa, per tornare dopo 6 ore di travaglio mostruoso,, alle 2 del 25 dicembre… siete bellissime e confermi l’effetto lifting del mettere al mondo..si soffre, non si dorme, ma la pelle e lo sguardo brillano.
    ora potete riposare,,,come dice Tognolini
    “…nel lenzuolo di un’isola bianca / sei venuto dal mare e sei stanco,
    Son venuta dal mondo e son stanca/ riposiamoci dallo stupore
    ci saranno tantissimi giorni/ ora calma il tuo cuore
    dormi”
    (… e sogna)

  11. Eva says:

    Auguri, evviva aspettavo questo post!!! Non ti conosco e non mi conoscia ti ho pensata tanto, hai raccontato anche il mio parto di pochi mesi fa (in piena quarantena).. è andato quasi quasi come il tuo ed anch’io non sono proprio giovanissima!!! Evviva noi! Brava brava !!!!

  12. Sveva says:

    Nata il mio stesso giorno… Auguri alla Piccola!!!
    Quante cose in comune con il mio parto, chissa’ se esiste la madre perfetta che prepara la valigia a puntino e non si scorda nulla?

  13. Sara says:

    Meravigliose. E meraviglioso anche questo amore che come un fiume in piena straborda dagli argini della tua sacrosanta riservatezza per regalarci questa foto. Evviva! L’amore arriverà pure, ogni tanto, con esiti inculerecci, ma regala anche infiniti altri finali. Il tuo ci piace tantissimo. Un abbraccio a tutta la famiglia ampia e accogliente

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