Era iniziato il lungo inverno dei cazzi amari, l’anno in cui si decisero di abbassare i termostati per i rincari. Mi sono guardata intorno. Ho impilato un mucchietto di scuse, venticinque devo lavorare, una trentina di altri impegni, qualche sindrome premestruale, tutto in materiale dozzinale. Ne è uscito un bel fuocherello, ma mi ha scaldato per poche ore, le scuse si trovano sempre, pessimo idrocarburo, poco tepore. Le energie che sapevo sarebbero andate sprecate, le ho divise in tre cataste e anche quelle le ho bruciate. Ci ho aggiunto il rancore, la pretesa infantile di aver sempre ragione, la voglia di litigare, perché la rabbia ci accende ma non ci può riscaldare.
Poi ho bruciato i tre fiammiferi della famosa poesia e spero che Prévert mi scusi, ma non mi servivano a guardarti il viso, perché ti so a occhi chiusi. Ho bruciato anche il metro della mia inadeguatezza, mi son detta: lavorerò di spessore se non mi sento all’altezza. Ho dato alle fiamme un bel po’ di scadenze, hanno fatto un gran fumo, si impara a non farcela e che non muore nessuno, il mondo va avanti mica poi mi ritiro, scendo e semmai ci risalgo al prossimo giro.
Ho bruciato i manuali su come crescere i figli, i bilanci, i modelli, i prontuari e i consigli, tanto l’unica regola non è scritta nei saggi ed è: abbracciali spesso, di’ una preghiera e resta lì nei paraggi. Ho bruciato anche quello che non avrò mai, scalda un sacco dar via ciò che ancora non hai, i soldi, la calma, le stanze ordinate, le calze appaiate, il mutuo infinito con tutte le rate. Ho buttato la noia, il già detto, le parole stantie, le contraddizioni, speriamo ritornino di moda i neuroni.
Con l’ultima fiamma ti ho fatto il caffè, l’hai bevuto in silenzio, spesso lasci sia lui che dica per te. Con la cenere spenta hai concimato le rose, la neve era sciolta, le viole spuntavano in terra, curiose, ho cercato l’inverno ma l’inverno non c’era. E fu il primo giorno di primavera.
Bello bello bello! Non trovo altre parole, parole altisonanti e ipocrite che però lasciano il tempo che trovano.
Pertanto, a costo di essere banale e ripetitiva, confermo e insisto BELLO BELLO BELLO!
❤️bellissimo
Adorabile e originale nell’uso delle rime.