Master per diventare una mamma tradizionale: contro il logorio della madre moderna.

– Dispense liberamente tratte dal Metodo Montessorry. Il Metodo Montessorry si basa sul principio secondo il quale un figlio è soprattutto un’infinita fonte di imbarazzo sociale. Nelle dispense si insegna a condurre la prole in pubblico, strattonandola e intimandole di chiedere scusa per il proprio comportamento. Un capitolo a parte è dedicato al “saluta” con scappellotto quando si incontra la vicina di casa, con successiva giustificazione “lo perdoni, sa è timido”. In teorie e tecniche montessorryane trovano spazio anche le classiche raccomandazioni prima di uscire con gli amichetti, tra le altre la sempreverde “non farti riconoscere” (perché sotto sotto la mamma tradizionale sogna che il proprio figlio esca in passamontagna) e “non gridare nel pianerottolo”.

montessorry

–  Corso per il lancio della ciabatta con effetto, per beccare il figlio dietro agli angoli, riprendendo poi la suddetta ciabatta tipo boomerang.

lancio ciabatta

– Esercizi di retorica. La mamma tradizionale è un’affabulatrice indefessa, la sua credibilità si fonda sul principio secondo il quale la correttezza di un’idea è proporzionale a quante volte la ripeti, mentre la sua cifra stilistica è il paradosso. Nel corso si impareranno formule quali: “non mettere le scarpe nuove, ché le sporchi”, “lavati bene le mani, ché mi macchi gli asciugamani”, “corri piano, ché sudi”. Negli esercizi di retorica si impara anche a ignorare l’interlocutore-figlio soprattutto se in età puberale. Piccolo esempio di dialogo tra mamma e figlio in età puberale ancora dormiente, da ripetere la domenica mattina: Vuoi un thè? – No, mamma, grazie – … dopo cinque minuti… – alzati che t’ho fatto il thè. – Lezioni di marketing di banana nera. La madre tradizionale è specializzata nell’acquisto di frutta brutta, ma buonaaaaaaaa. Solo lei è in grado di vendere ai propri figli mele bacate e quindi genuine, banane marcescenti e quindi dolcissime, ciliegie con il verme e quindi più nutrienti.

– Sveglia molesta applicata. La madre tradizionale non riposa. La dimostrazione che Dio è padre e non madre risiede nel fatto che il settimo giorno lui si è riposato, la madre tradizionale no, lei non dorme mai, soprattutto il settimo giorno e non lo fa perché la domenica deve essere vigile, lì a rompere i coglioni al figlio che dorme. Una delle prime tecniche di sveglia molesta applicata che l’aspirante madre tradizionale deve apprendere è il passaggio dell’aspirapolvere (meglio se Folletto) all’alba. Dopo aver risucchiato tende e peli di gatto con tutto il gatto attaccato ai peli, facendo un fracasso del diavolo, la madre tradizionale deve rivolgersi al figlio ormai desto e incazzato come una iena e con un sorriso innocente dirgli: “oh, scusa, ti ho mica svegliato?”.

– Principi di stilistica (dimmerda). La madre tradizionale deve imparare a vestire il proprio figlio, vestirlo molto e soprattutto molto male. In questa parte del corso rientra la fondamentale dispensa: – il lungo inverno del paraorecchie e come infilare quattro maglioni sotto il grembiule blu delle elementari, trasformandolo in un comodo scafandro.

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77 thoughts on “Master per diventare una mamma tradizionale: contro il logorio della madre moderna.

  1. ME says:

    “la corrente”!
    oddio che ridere…
    e “chiudi il finestrino che ti viene il torcicollo?”
    grazie enrica per riconciliarmi con la mia infanza piemontese, la mia mamma non c’è più da tanto e crescendo credevo di aver dimenticato, ma non è vero
    un saluto da lontano

  2. Caty says:

    Ciao, ho scoperto da poco il tuo blog e sto leggendo avidamente i tuoi scritti. Mi piacciono tantissimo!! La storia del corso per il lancio della ciabatta mi ha fatto tornare in mente un episodio al quale ho assistito da adolescente: ero seduta con una mia amica lungo il muretto che circonda la piccola piazza del mio paese. Più in là era seduta una signora tedesca che aveva preso in affidamento una bambina proveniente da una situazione familiare “problematica”, accanto a lei la bambina e l’assistente sociale di riferimento. Ad un certo punto si vede sfrecciare dall’arco d’ingresso alla piazza un ragazzino seguito da una ciabatta…dietro la madre di origine partenopea che, non curante della nostra presenza, si china a raccogliere la ciabatta gridando dietro al ragazzino: “weee disgrazià!!! Fatt’ pija sott’ du camion!!!” (credo volesse dire “Oh disgraziato! Che ti possa investire un camion!”): lancia di nuovo la ciabatta e prosegue nel suo inseguimento….mi sono sempre chiesta cosa avrà pensato l’assistente sociale….

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