Non dite ai miei figli.

Ogni tanto mi coglie una nostalgia acuta di quando Lorenzo era piccolo, pochi mesi. Ci svegliavamo nella vecchia casa al quinto piano (la luce degli attici è roba di lusso anche se in affitto), lo vestivo bene e poi si partiva. Passi infiniti in mezzo all’inverno, lui dormiva al caldo vestito come Tutankhamon, io spingevo, spingevo e i pensieri non duravano più di un istante, sbuffi di condensa pronti a dissolversi nell’aria fredda. Aravo Torino, avanti e indietro: portici, vie, piazze, per chilometri, a ritmo costante perché il mio carico prezioso non si svegliasse. Mi manca quella marcia dell’amore, la ripetizione di un compito semplice, basta spingere e sei una buona madre. Poi c’è un momento in cui smetti di spingere e cominci a rincorrere, loro scappano, prendono velocità e tu dietro. Oppure a tirare. Si piantano come macigni lì dove sono e non c’è modo di mandarli avanti. E tutto si fa incerto, nessun sentiero arato, nessun percorso conosciuto, si va a zig zag. Non dite ai miei figli che mi manca spingerli, un passo dietro a loro, senza pensieri, senza incertezze, solo “guido io, tu dormi, se vuoi ti canto nel tragitto”.

Non dite ai miei figli che quando li minaccio col “conto fino a tre e vengo lì”, confido nei numeri periodici, perché non ho assolutamente idea di cosa debba accadere quando andrò lì.

Non dite ai miei figli che non gli ho mai dato le gocce di fluoro. Le compro, ma poi finisce che mi dimentico e poi mi sento in colpa e poi mi metto le sveglie sul cellulare per ricordarmi di farlo da domani e poi domani gli do le gocce di fluoro ma non gli faccio lavare i denti. Oppure gli faccio lavare i denti ma poi gli concedo un biscotto al cioccolato prima di dormire. E alla fine aspetto che su facebook qualcuno che fa controinformazione mi dica che le gocce di fluoro fanno crescere i denti sani, ma sotto le piante dei piedi.

Non dite ai miei figli che non ho un’idea precisa di quello che sto facendo con la loro educazione spirituale. Credo in Dio a giorni alterni e, infatti, ho battezzato un figlio su due. I giorni in cui Marta balla Maracaibo sono quelli in cui il mio ateismo vacilla. Resta che da piccola, a sei o sette anni, mio padre mi portava alla messa e per tutto il tempo la mia mente ripeteva delle bestemmie impronunciabili, era più forte di me, sapevo che era sbagliato e mi sentivo in colpa, ma quelle affioravano direttamente dall’inferno ed era impossibile ricacciarcele. Di notte temevo che mi apparisse la Madonna per punirmi. La storia delle bestemmie in chiesa, ecco quella non ditela ai miei figli.

Non dite ai miei figli che non ho un’idea precisa di quello che sto facendo con la loro educazione sentimentale. Ma ditegli, perché credo che lo debbano sapere, che non lo sa nessuno, ché i sentimenti “si provano” e molto spesso, purtroppo, non “si riescono”. Detto questo, non c’è dubbio alcuno, che loro mi siano riusciti (oggi è un giorno di fede) da Dio.

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56 thoughts on “Non dite ai miei figli.

  1. viola says:

    se ti può consolare, l’indicazione della fluoroprofilassi è già ora molto controversa…rischio di fluorosi ecc…..contenta? 🙂

  2. conosco quei momenti, li hai descritti col cuore, si vede.
    Mia figlia grande ha 16 anni, poco fa l’ho accompagnata dal ragazzo ché andavano a fare il fine settimana insieme a Lucca.
    Lei era felicissima e bellissima e camminava col suo nuovo passo appena imparato da fenicottera, flessuosa e impettita.
    E’ partita e io mi sento sola. Ho gli altri due figli, ma senza di lei siamo incompleti. Mi manca la bambina che è stata, la sua irruenza adolescente , la sua finta sicurezza, persino il suo chiedermi soldi di continuo. Ecco, soprattutto quest’ultima cosa vorrei non la sapesse mai.

  3. Oddio, il fatto che tu rimpianga i tempi in cui i tuoi bimbi erano piccolissimi e li spingevi in carrozzina manda un po’ in crisi me, neo mamma di un mostriciattolo di un mese che non vide l’ora che cresca un po’ ^^’

    • non è rimpianto…lorenzo era un bimbo bravissimo da neonato, questo credo che faccia la differenza. Marta è arrivata a rotazione, vederli crescere è sorprendente e meravigliosamente complicato. Un abbraccio

  4. Lucia says:

    Talvolta quando ti leggo ho la sensazione che tu dia voce al mio essere madre, un po’ sola, un po accoppiata, un po così…

  5. Ma lo sai che io non li ho mai potuti spingere? Il primo perché non appena lo mettevi in posizione orizzontale su di un qualsiasi supporto strillava che nemmeno su un letto di Carboni ardenti e la seconda perché è arrivata ad appena un anno e quindici giorni di distanza da suo fratello che, nel frattempo, non è che avesse tanto cambiato le sue abitudini. Anzi, a dire il vero ad un anno camminava barcollante e guai a metterlo seduto in un passeggino! No, io non li ho mai spinti, li ho sempre un po’ inseguiti e mi manca quel pezzettino piccolo piccolo dell’essere madre.

    • marta ha rifiutato il passeggino a un anno esatto. Da quel momento sono “quella con un bimbo a appeso a un braccio e una bimba sulle spalle”. Ho delle braccia che fan paura a Vin diesel…

  6. Se poi quel Dio ci illuminasse, a volte, su cosa sarebbe meglio o peggio…perché brancolare è una gran rottura!
    Poi però, come Seneca ci diceva, saper di non sapere sta alla base della felicità….mah?!

  7. D&R says:

    E’ uno di quei post che lasciano il segno e se parti a commentare è capace che scrivi un romanzo, perciò provo a contenermi.
    Io non avrei mai pensato che un piccolo esserino frignante e rugoso, dalla prima volta che me lo sono studiato, mentre tentavo di impadronirmi della pratica di come si tiene in in braccio un polpo, mi conquistasse e si impadronisse di me, così.
    L’amore che dedichi a loro è totale e puro e senza tempo, e senza tempo non hai misura e percezione, ma quella serie infinita di fotogrammi ed istanti unici e perfetti si concatena, e prima che te ne possa rendere conto eccola lì, la mia Ciccia, con un velo di trucco, quasi donna e bellissima, pronta ad uscire per la sua prima festa di Halloween in discoteca. Al “Non mi aspettate alzati” l’ho fulminata con lo sguardo, mentre la consorte, osservandomi, rideva.
    Non riesco a credere in Dio. Ci spero piuttosto, a messa mi annoio e conto le lampadine, da sempre. L’unica volta che supplicato che un Dio esistesse è stato quando il mondo ha rischiato di implodere, passando attraverso le parole di un medico “forse è in pericolo di vita”. E’ passato. Passa tutto, alla fine.
    Dite tutto a mia figlia, dite le gioie, le paure, gli errori.
    Ditele che vale una vita.
    E alle due di questa notte, mentre le aprivo la porta e le dicevo come da manuale “Ti sembra questa l’ora di arrivare?” Ridevo,

  8. Claudia says:

    Ti leggo sempre ma non commento quasi mai.
    Post fantastico come gli altri del resto!
    Proprio la scorsa settimana, mentre leggevo la storia della buonanotte al mio bambino di 5 anni, mi è venuta nostalgia di lui piccolo anche se fino a 9 mesi è stata una tragedia perché non dormiva mai!
    Se ti consola, anche io ho sempre comprato il fluoro ma non gliel’ho mai dato, gli ho fatto mangiare le caramelle ed ha già un dentino cariato, l’ho battezzato ma non credo gli farò fare catechismo.
    Un abbraccio
    Claudia

  9. ElleBi says:

    Bellissimo post. A me manca portare mia figlia nella fascia, stretta stretta contro di me… perchè quando vivi in un posto dove d’inverno si arriva a -20°C e tua figlia nasce d’inverno, la carrozzina non è consigliabile.
    Io da piccola a messa volevo vedere l’ostia sanguinare, come in un episodio narratomi dalla mia catechista. Blasfeme fin da bambine 😀

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  13. Gaia says:

    Che mamma fantastica devi essere! 🙂
    A me il passeggino non manca neppure un pochino. Lo usavo per metterci la borsa, ma era un tre-ruote ultra tecnologico e paurosamente scomodo che per guidarlo serviva una patente apposita. Ho smesso anche solo di *pensare* di caricarlo in macchina quando mio figlio si aggirava intorno all’anno di età… ho tentato il sacco a spalla, quello davanti, il carrellino, le macchinette, tutto… ma alla fine ha sempre vinto il “mamma mi prendi in braccio?”. Ed è bello così in fondo, perchè poi… scappano, come dici tu. E per le coccole devi rincorrerli e non li prendi quasi mai. E se li prendi, dopo le prendi tu perchè li hai interrotti mentre erano occupati a giocare, o a vivere.

    Mi permetto di seguirti, bellissima la tua scrittura.

  14. Non dite ai miei figli che mi manca spingerli, un passo dietro a loro, senza pensieri, senza incertezze, solo “guido io, tu dormi, se vuoi ti canto nel tragitto”.
    Anche a me, da figlia, càpita che manchi quel periodo…

  15. gianbumbi says:

    Bravissima. Il primo pezzo, in particolare, a mio avviso merita un lungo applauso.
    Per quanto riguarda l’educazione spirituale, io cerco di convincermi che stiamo allevando un bambino “che conosce il relativismo e la divergenza di opinioni”. In pratica, stiamo ponendo le basi per un adulto psicopatico. Mamma non crede in Dio. Papà sì. E lo diciamo apertamente. Il Papà ha battezzato nostro figlio da solo, una domenica di gennaio (io ero al corrente ma non ho partecipato: ho deciso di non porre il veto; dopo tutto, per me è una cosa priva di significato, ma non partecipo).
    Mi stupisco che a soli tre anni alla scuola materna già ci dobbiamo scegliere (per loro) tra religione-sì o religione-no. Abbiamo scelto no. E mio figlio ieri mi ha detto che “religione è bella perché si va in palestrina”. Poche idee e molto confuse.

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