Per la festa della mamma.

Marta è una bella ragazza di quasi dodici anni, Lorenzo è un bel bambino di quasi quattordici, ormai iscritto alle superiori. Com’è potuto accadere? Come ho potuto distrarmi e far passare tutti questi anni, dove sono finiti i mille mila Lorenzo che entravano nelle taglie sei mesi, due anni, come ho potuto non vegliare sulla lentezza? Mi avete distratto voi con le minchiate burocratiche, le preoccupazioni assurde, l’imu la tari la tarsu, tanto manca sempre un modulo, un documento, manca sempre un pagamento. La vita è quello che accade mentre cerchiamo di pagare la monnezza.

Intanto l’armata ormona dell’adolescenza bussa alla porta e litighiamo spesso, litigo da sola per lo più, Marta fa sì con la testa e pensa alla skincare, al contouring, io credevo fosse un film dell’errore the contouring 2, invece mi ha fatto vedere i video, ragazze che fingono un effetto naturale cazzuolandosi sulla faccia 50 sfumature di stucco. Lei pensa soprattutto che io sia una rompipalle, mentre Lorenzo è ermeticamente chiuso dall’interno, grande testone barattolone Bormioli Rocco, non entra nulla delle cose che gli dico. Mentre loro diventano ogni giorno più misteriosi, più stranieri, io ho la sensazione che mi resti da fare un’unica cosa: rendermi prevedibile. Vorrei che sapessero con chi hanno a che fare, che cosa devono aspettarsi da me e soprattutto che cosa io mi aspetto da loro.

È il loro tempo di essere stupefacenti, nel bene e nel male, di essere altro da me, non completamente leggibili. Loro sono i dispari, loro sono l’inciampo, il disequilibrio, io devo essere per una volta pari, in qualche modo compiuta, su due gambe. Ma soprattutto devo esserci.

Ho visto questo film, Estranei, dove uno sceneggiatore solitario orfano fin da bambino ritrova i genitori scrivendo di loro, un incontro immaginario che il regista sceglie di mostrare come reale, in dialoghi intimi e per me, lo ammetto, devastanti. Uno in particolare, con la madre. Lei chiede al figlio ormai adulto com’è stato crescere da solo, con la nonna, e lui risponde che le cose sono andate bene alla fine, ma che da adolescente immaginava di essere come gli altri, si inventava vacanze e gite con il padre e soprattutto immaginava di litigare con lei. La madre allora chiede: E poi facevamo pace? E lui chiude: No, non avevamo bisogno di fare pace, perché noi eravamo insieme.

Io per la festa della mamma mi regalo questa frase, come augurio, vorrei che un giorno i miei ragazzi dicessero che sì litigavamo, ma no, non avevamo bisogno di fare pace, perché eravamo insieme. Quell’insieme è la chiave dell’amore che è tutto, al di là di silenzi e parole.

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8 thoughts on “Per la festa della mamma.

  1. Raffaella says:

    Che bello Marta, era da un po’ che non ti leggevo e mi emozioni sempre, mi fai ridere ed emozionare, un mix fantastico! Grazie sempre!

  2. Pingback: La fortuna di esserci incontrate – erodaria

  3. Fra says:

    Ci siamo distratti un po’ tutti forse e le tue storie sono cambiate, ma non la poesia che c’e’ sempre, e che quache volta ti fa venire un piccolo nodo alla gola.

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