baby box. Quello che metterei nella scatola di un bimbo italiano.

La notizia è di qualche giorno fa, ma vecchia di quasi un secolo: il governo finlandese da ormai 75 anni dona a ogni neonato una scatola piena di libri, copertine, vestiti e giocattoli. La scatola stessa, di cartone resistente, si trasforma in culla per il piccolo. L’articolo che ho letto sottolineava il valore della tradizione e l’importanza di venire alla vita con uguali possibilità. A me quello che piace più di tutto è l’idea che un figlio sia un dono per la comunità e che sia proprio poetico farlo dormire in una scatola-pacco regalo. E’ bello anche che tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno occupi uno spazio raccolto, quattro mura di cartone. Allora mi sono immaginata che cosa metterei in una scatola di un bambino italiano:

–       Le Fiabe Italiane di Calvino.

–       Gianni Rodari. Tutto.

–       Le bolle di sapone.

–       Scarpe con la suola robusta.

–       Una felpa col cappuccio. Perché col cappuccio sembri un duro/a ma ti rifugi anche un po’.

–       Gli occhiali a raggi x per vedere in mutande le persone potenti.

–       Un megafono.

–       I big babol. Quelli che le leggende urbane volevano fossero fatti con il maiale, forse perché sono rosa (un po’ come dire che le Golia Bianca sono fatte di orso bruno… ok sto divagando).

–       Il lego.

–       Un biglietto per un museo a scelta.

–       Un biglietto per un film a scelta.

–       Un biglietto per uno spettacolo teatrale a scelta.

–       La coperta di Linus. Proprio quella lì.

–       Un’armonica a bocca, meglio se appartenuta al bisnonno.

–       La storia infinita (che non hai un’infanzia se non sogni di volare sul drago butterato).

–       Un dizionario italiano che non contenga le parole vittimismo e impossibile.

–       Una confezione di pastina per quando avrà la febbre durante l’Erasmus e vorrà sentirsi un po’ a casa ma non avrà il coraggio di dirlo alla mamma per telefono. E sulla confezione non c’è scritto Barilla, ma Resisti.

–       Una maglia con l’odore di mamma, che la mamma è sempre la mamma.

–       Un pugno di sabbia così si abitua al mare.

–       Un po’ di neve no, che mi si scioglie il cartone.

–       Un passaporto falso (si sa mai).

–       Un padre finlandese.

Quello che non vi ho detto è che la mia scatola, quando il bimbo sarà grande si trasformerà in una valigia di cartone. Per partire e per tornare a raccontarci che il nostro mondo non è l’unico mondo.

E voi? Cosa mettereste nella vostra scatola?

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96 thoughts on “baby box. Quello che metterei nella scatola di un bimbo italiano.

  1. Margot says:

    La Finlandia è veramente socialista: vuole dare a tutti le stesse possibilità. Ha introdotto la “baby box” quando era un paese povero per incentivare la natalità e aiutare tutti allo stesso modo. Certo, ha uno stato sociale che in Italia ce lo sogniamo! Però, no, il papà finlandese non ce lo metterei dentro a meno di non avere una certa propensione per i musoni alcolizzati! Comunque la tua baby box era proprio bella, ci aggiungerei “Il piccolo principe” e un biglietto aereo per il primo viaggio con cui scoprire il mondo!

  2. ElleBi says:

    – Un messaggio da leggere quando sarà grande (mia figlia ce l’ha, scritto dai suoi fratelli)
    – Un doudou (leggi, al posto della copertina di Linus, un peluche/oggetto da tenere sempre con se), meglio se portaciuccio
    – Pinocchio (il libro) perchè una volta ho letto che è tra i libri italiani piu tradotti e diffusi al mondo, e da allora ho iniziato a collezionarlo in tutte le lingue
    – Qualcosa che è appartenuto alla sua mamma e/o al suo papà (un vestito, un oggetto) e che potrà passare a suo figlio
    – Un libro che parli di elfi/fate/folletti/gnomi, per non smettere mai di volare con la fantasia (volevo mettere “Il signore degli anelli”, ma ho preferito essere piu generica)
    – Il kit del piccolo chimico, per sperimentare
    – Il lego, ma quello grosso, per poterci giocare da subito
    – Una pressa per le foglie
    – Carta penna e pennarelli, per tenere un diario
    – Un CD con tanta musica… meglio se ogni brano è scelto da una persona diversa
    – Una macchina fotografica

  3. Io ci metterei :

    – la gazzosa con la biglia (in ricordo dei miei nonni)
    – una confezione di after-height
    – un po’ di ingenua furbizia (cioè quella che ti fa andare avanti nella vita senza però danneggiare nessuno)
    – un po’ di semi di basilico (che il pesto fatto in casa è migliore di quello in scatola)
    – il libro di Tea Patata
    – un pigiamino in ciniglia morbido morbido
    – un boccettino di olio essenziale di lavanda che cura tutti i mali
    – il manuale del pilates
    – un cuore di stoffa fatto da noi genitori che gli faccia capire che il nostro cuore appartiene a lui
    – latte di capra a partire dal nono mese, prima la tetta!

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  6. “il nostro mondo non è l’unico mondo” 🙂 , ma per capire questo basta già parlare con i genitori!!! (commento di uno che sta ancora dall’altro lato della barricata, quello dei figli)
    Ciao!

      • Ma sì, era chiaro il senso, e molto bello il modo in cui l’hai reso 🙂 , è che io, essendo ancora molto lontano dall’essere padre (su Youtube c’è un video che spiega come riprodursi da soli ma mi sa che è un fake), l’ho immediatamente ricollegato all’ultima discussione con mia nonna che dice che siccome sono ateo, allora sono immorale e senza scrupoli. E alla mia domanda “scusa, ma io ti sembro immorale e senza scrupoli?” risponde solo “e allora non sei ateo!” LOL

  7. Silvia says:

    ma questo post è bellissimo! lo ricopierò (citandoti ovvio) e lo regalerò all’amica che a giorni partorisce 🙂 io ci metterei sicuramente una compilation di canzoni selezionate da me che senza musica la vita non d’affronta! bacio

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