Bozza di manifesto dei mai più in pubblicità (un promemoria).

Mai più bambini che parlano della macchina nuova di papà citandone optional come se fossero venditori di auto.
Mai più gemelli usati per sottolineare la doppia funzione di un prodotto.
Mai più cornici usate per dire che un prodotto è un capolavoro.

Mai più domande col pluraliamo. Mai più «merendiamo?» Mai più «partitiamo?». Uno comincia con gelatiamo e finisce per trovare divertente sostituire salute con Saluzzo, buongiorno con buongiorgio, complimenti con complimerda. Ecco, vedi, complimerda lo trovo divertente davvero.

Mai più usare la metafora dello Spazio per parlare di un’auto spaziosa.

Mai più la rima a oltranza.
Fate l’amore con il sapore è ok, O così o Pomì inarrivabile, ma Santhè Sant’Anna vai tu a far la nanna mi lascia perplessa, forse perché mi ricorda troppo la filastrocca che mi cantava mia nonna “fa la nanna popò di Sant’Anna”. Come si dice in pubblicità il benchmark (il punto di riferimento per una misurazione) di una rima finalizzata a uno spot non dovrebbe essere la dedica sulla Smemo delle medie. Anche se ammetto che «se vedi volare una ciabatta, pensa a me che sono matta» sia surreale e visionaria e «chi ama la figa, metta una riga» sia conturbante come un verso di Bukowski.

Mai più Haka neozelandesi in coda alle poste.

Mai più donna che chiude il frigo con una culata per dimostrare il suo incredibile dinamismo.

Mai più musical sulle note di una canzone anni Sessanta.

Mai più uso smodato del testimonial. Anche se io Gianni Morandi per lo spot dei pannolini della pupù liquida lo sogno.

Mai più simbolo del tao fatto con chicchi, bulloni, tamponi, doppiepunte, petali di rosa, ortaggi, semi, muschi e licheni.

Mai più «ciglia più luminose del 50%». Qui è più un problema di marketing che di creatività, ma come si misura la luminosità delle ciglia? In lucciole sberluccichine? Io propongo come unità di misura pubblicitaria il cinque di Lorenzo. «Unghie più forti del 5 di Lorenzo» suona bene.

Mai più pipponi metafisici sulle automobili che si chiudono con la supercazzola prematurata a destra. A me piace la voce di Accorsi, stai lì a sentirlo mentre ti parla di ‘sto modello fenomenale come recitasse l’Orlando furioso, poi alla fine sussurra: «solo così non ci sarà più distanza tra la superficie della strada e quella della nostra pelle». Ma Accorsi? Non è che sotto sotto tu mi stai augurando gravi abrasioni da asfalto vero?

Per chiudere ho una domanda metafisica con supercazzola prematurata eccetera suggerita da un amico: se uno spot che ti vuole mostrare come si vede bene il nuovo televisore X viene trasmesso in tv e io lo guardo sul mio vecchio televisore Y, perché dovrei sentire la necessità di acquistare il televisore X, non cogliendo nessunissima differenza nella resa dell’immagine?

 

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61 thoughts on “Bozza di manifesto dei mai più in pubblicità (un promemoria).

  1. rossellaboriosi says:

    tesio, a me frega un cazzo come farete la pubblicità (apropò, occupati di assorbenti fa’ il piacere) solo ti prego: non con la voce di Giuppy Izzo

  2. melaverde says:

    come dimenticare le streghe che uscivano dai frigoriferi e dai vulcani ed evocavano la furia dei quattro elementi. Anche a me piace accorsi. Two gust is megl che one.

  3. Enrica, se diventi la capa del mondo delle pubblicità, puoi per favore abolire le tipe che ballano in reggiseno nelle pubblicità dei reggiseni? Voglio dire non hanno neanche le tette.
    Grazie.
    Ps: sono contenta che tu possegga di nuovo il dono della vista, mi eri mancata

  4. paolo macchi says:

    tutto questo va oltre il ridere piegato in due; mi sono com_mosso, ecco, nel senso dimamico del com_muoversi. Tiasmo ti amo, e lo farò sommessamente, in silenzio, per il resto dei miei giorni. Thanks! p.

  5. rossellaboriosi says:

    l’uomo che legò al letto Victoria Abril ora para con le galline. Sei troppo giovane per capire quanto faccia male al cuore, altrimenti l’avresti messa come prima opzione

  6. Solare says:

    Qui in Australia le donne delle pubblicita’ sono un po’ sovrapeso, cioe’ normalissime donne, per gli standard australiani e anche se io non mi ci riconosco essendo di taglia piu’ minuta, devo dire che e’ cosi rilassante e rassicurante. Le pubblicita’ italiane secondo me a volte sono melense e troppo sforzate tipo tutte queste rime idiote che servono palesemente solo a far diventare il nome del prodotto in questione un tormentone.
    Secondo me le migliori in assoluto sono quelle inglesi.
    Geniali, il senso dell’umorismo non manca mai come nella vita intesa dai british che mica hanno torto…sempre secondo me! Pero’ Accorsi ci piace…non poco!

  7. Se fumo Marlboro ti amo e ti adoro, se fumo Muratti ti amo da matti, ma se non fumo niente ti amo ugualmente.
    E i frigoriferi vuoti in cui campeggiano un limone e il prodotto pubblicizzato e nient’altro?

  8. Potresti per favore dire basta alle modelle che si aggirano per casa con piega appena fatta, trucco perfetto, gonna stretta e tacchi a spillo per mostrare quanto sia confortevole la loro casa, grazie all’arredamento?
    Io a casa giro in pantofole e tuta, non so voi…

  9. Giuliana says:

    a me i pipponi sono le cose che mi infastidiscono di più: che mi fai tutto uno sbrodolone metafisico sulla libertà e menate varie se il tuo obiettivo è farmi comprare il prodotto x? Ma in cima alla lista nera stanno i “se non ce l’hai sei fuori” dei prodotti dedicati ai bambini (spot criminale che vieterei per legge! E sono seria) e i padri frustrati e invidiosi dell’uomo che si fa la maestrina…
    Mentre i miei miti di sempre saranno: “si chiama bassetti la libertà di fare con l’acqua tutto ciò che ti va”, la macchina che faceva cadere a terra il ciclista che si appoggiava (sparito perchè politically scorrect immagino 😦 ), il fusillo ritrovato nella tasca del papà in albergo, l’atronauta russo che piombava in Ucraina e che mi ha insegnato indelebilmente (io, una pippa in geografia) che la capitale della Slovacchia è Bratislava e il mitico “aiax sì fatica no” sulle note della Carmen, per lo meno sono quelle che mi sono rimaste in testa dopo tanti anni e che ricordo con affetto (e sì, in Giappone quando in un supermercato tra tante cose inidentificabili ho scorto la Barilla ho subito pensato: “dove c’è barilla c’è casa” sono proprio un consumatore “medio” senza speranza XD)

    • Però quella dell’acqua non si chiamava Bassetti, quindi è la prova che un claim orecchiabile non sempre è una buona cosa per la marca.
      Quello dell’astronauta russo me lo ricordo anch’io, tutta la conversazione ancora a memoria (vabbe’, a orecchio….il mio russo è inesistente).
      A me sinceramente piacciono molto le pubblicità Ikea perché smontano l’immagine “Mulino Bianco”: due ragazzi gay che decidono di non fingere più di essere coinquilini, unendo finalmente i letti (praticamente l’evoluzione del primo film di Checco Zalone) o i due coniugi divorziati che si comportano civilmente ma senza falsi affetti per il bene della loro bambina. Banderas con la panzetta, beccati questo!

      • FRANZ says:

        La più bella di Ikea l’ho vista su youtube: lui che si sta per trombare lei, ma vengono interrotti: dal ragazzo di lui! e lei si rifugia dentro un mobile ikea. stupenda!

  10. ahaha io qualche anno fa dicevo eventualmerd 😛
    e la fine della pubblicità “Balconi” , il bimbo mentre magna alla mamma:”Balconi, mamma che buoni”!!…..bho….a me non piace…fino a quel punto lo spot risulta anche carino, ma dopo l’esclamazione….

  11. Ti sei dimenticata anche “perchè non guidiamo più con amore?”
    no dico… di amore ce n’è talmente poco anche verso i figli, figuriamoci verso la guida: gli italiani son quelli che porconano ogni minuto nel traffico….

  12. non vedo la tv italiana da tantissimo tempo ormai eppure le pubblicita polacche me la fanno rimpiangere..dovro’ produrti una top ten di spot di qui con link su youtube solo per darti il piacere di sognare che carriera avresti se venissi a lavorare a varsavia (la maggior parte degli spot televisivi sono a tema colesterolo e-o dimagrire, con esilaranti personaggiche ti dicono che basta ingoiare la pillolina e poi ti puoi sbutrare di tutte le torte del mondo senza problemi)

  13. Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 08.04.14 | alcuni aneddoti dal mio futuro

  14. Do says:

    Le pubblicità su ‘prurito intimo’, assorbenti e anti diarroici mi hanno regalato grasse risate e un malsano senso di superiorità nei confronti di chi le ha create. Tesio, tu vali 5!

  15. Michele T. says:

    Beh io le ho fatte quasi tutte, e una volta fatte le metti nei “Mai più”. Molto divertente ma anche molto imbarazzante per noi creativi vecchi e nuovi alla ricerca di nuove metafore, di nuove svolte.. che non siano solo trattamenti e minimalismi sofisticati, o provocazioni inutili senza attinenza con il prodotto… e Mai più anche di quelle “meravigliose pubblicità” di cui poi non ricordi la marca…
    Mai più spot verdini, smunti e decolorati, mai più giovanilismi finti, mai più commedie con testimonial imbarazzanti e testi raccapriccianti per spiegare tariffe incomprensibili..
    Ok a tutti questi Mai Più..
    Non ci rimane che inventare qualche cosa di buono e nuovo… forza, allora!

  16. Uazza says:

    Non possono uscire indenni neanche gli uomini che diventano burattini nelle pubblicità delle cicche. Sono una marionetta ia ia ho sono stati i più brutti 30 secondi della storia della tv.

  17. roots says:

    io invece non ho capito perché la diarrea ti sorprende, puoi avere il prurito intimo, l’alitosi, la carie, l’acne, lo stomaco che produce aria di tuono, essere stitica o pelato o ancora incontinente detto a chiare lettere, ma le mestruazioni NO. non le puoi nominare.

  18. Maurizio Maresca says:

    ( Scritto Mike Byrne della W&K di Portland durante una giuria degli annual a proposito di cosa non se ne può più in pubblicità)

    >The It’s A Blatant Lie category.

    > The Gag With The Product You Don’t Remember Stuck On The End category.

    > The People Playing Sports Around Cty Streets With Lots Of Long Lens Shots category.

    > The Civilization Is Boring Let’s Kill Everyone and Blow Up Buildings category.

    > The This Only Ran Once and I Paid For It Myself category.

    > The I Won The Lottery, Look What I Bought category.

    > The Same Ad Done The Same Way Three Times Isn’t A Campaign category.

    > The Talking Animals category.

    > The Let’s Repeat A Not Funny Joke After The Pack Shot category. (aka:The reach around)

    > The Continuous Piece Of Dialogue Cutting Between Different People category.

    > The One Person In An Empty City category.

    > The Someone Talking With Someone Else’s Voice category.

    > The Referencing Our Own Industry category.

    > The Long-Winded, Over Long and Not Worth It When I Get To The End category.

    > The I Have No Idea What This Ad Is Saying category.

    > The Car Driving Down A Winding Road Looking Like Every Other Car category.

    > The It Could Be Any Beer category.

    > The Special Effects Is The Idea category.

    > The Enter It In Every Category Until It Wins Something category.

    > The It’s Real Video Footage and Then Something Totally Unreal Happens category.

    > The Best Use Of People Coming Together To Make A Shape category.

    > The Repeating An Idea That’s Already Been Done category.

    > The Gratuitous Sex For No Reason category.

    > The I Can See The Ending Coming Immediately category.

    > The Short Films On Websites That Have Absolutely No Relevance To The Product category

  19. mummyinprogress says:

    La mia preferita era quella di una valigia, nei bagni dell’aeroporto, dove la superfiga diceva “questa non è una valigia, e’ uno shuttle” e l’altra, con gli occhi sgranati e in napoletano rispondeva “ma allora tu si n’asctrunauta”…
    Comunque con Gianni Morandi vinci definitivamente!

  20. Giuliana says:

    Davvero non era bassetti quella dell’acqua? Non mi stupisco, quando andava a manetta “una telefonata ti allunga la vita” ( che per altro mi piaceva un sacco) telefonarono a casa mia per fare un sondaggio e mi chiesero se mi piacesse la pubblicità della telecom ( o era ancora sip?) Beh, dissi in tutta onestà di non averla vista, solo chiusa la telefonata feci mente locale di quale spot si trattasse XD p.s. io al momento odio la pubblicità sulla smart (come si può fare un vanto di essere la macchina più rubata?) Alla radio al suono del vetro rotto cambio stazione 😛

  21. Lu Freebush says:

    Spezziamo una lancia (anzi un grissino) a favore del povero Kevin…che dopo aver camminato in una valle verde, andò a vivere in un faro, mangiano solo tonno….

  22. Filippo says:

    Mai più pubblicità di stampanti con l’head “ne facciamo di tutti i colori”.
    Mai più “e…state con noi” per qualsiasi comunzione estiva.
    Mai più “bella scoperta” per adv di macchine cabrio.
    Grazie.

  23. val says:

    A me a volte viene in mente antistaminchia al posto di antistaminico! Tra altro col tuo blog va a pennello…ti asmo? Prendi 10 gocce di antistaminchia!:-)

  24. Visto che qui passeranno molti creativi, posso dire una cosa? …
    Ma non ci sarebbe bisogno di molti meno “mai più” se in agenzia non fosse costume passare le serate (e le notti), anche quando non è indispensabile, e si andasse invece fuori, nel mondo, a far prendere aria al cervello?
    Io, fossi un megadirettore creativo, darei ai creativi accesso libero alle mostre, obbligo di frequenza dei cinema con cadenza bisettimanale e un conto aperto su kindle store.

    In agenzia l’aria è viziata, areare i locali!

  25. dopo aver riso tantissimo su Gianni Morandi, oggetto di una delle leggende metropolitane più belle di sempre, ribadisco qui una richiesta che mi sta veramente a cuore, chissà se potrà entrare nel tuo manifesto: mai più “in quei giorni” nelle pubblicità degli assorbenti

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