l’abbraccio

Dentro di me c’è una donna un po’ più giovane, appena cinque anni in meno. Forse possiamo anche azzardare a chiamarla ragazza, è innamorata ma irrequieta, ha scelto la fila e aspetta il proprio turno di felicità. Di tanto in tanto butta un occhio alla coda che procede parallela e pensa “ho sbagliato tutto, guarda come vanno veloci quelli lì, ora mi sposto”, ma non lo fa. Sogna un rubinetto della cucina con la doccetta estraibile e una famiglia da catalogo Ikea. Dentro quella ragazza ce n’è un’altra più giovane, cinque anni in meno. Ha un lavoro, un uomo accanto che la ama, sono anime gemelle ma quello che non sa ancora è che i gemelli alla fine sono fratelli e l’amore non può essere familiarità, non a 25 anni. A 25 anni le spetterebbe un ragazzo che si toglie la maglia come houdini, prendendone un lembo dalla schiena e sfilandola in un unico gesto plastico da California dream men. E invece il suo fidanzato si toglie il pullover alla missionaria e dopo lo piega pure.  Dentro quella ragazza ce n’è un’altra più giovane, di appena cinque anni. Ma sono i cinque anni che fanno la differenza, in cui ci si butta, ci si schianta, panciate su panciate sulle persone sbagliate. Non cerca l’amore, cerca un pubblico, un colpo di fulmine e un colpo di teatro. “Dimmi ti amo, anche a rate, anche una parola per volta”. Fa regali che hanno il sapore di compiti a casa “se mi vuoi bene leggi questo libro e poi fammi il riassunto, ti interrogo domani”. Quella ragazza va al concerto degli Smashing pumpkins e su Tonight chiama lui e gliela fa ascoltare e le sembra che non ci sia modo migliore per trascorrere insieme tre minuti.  Dentro quella ragazza ce n’è un’altra, cinque anni più piccola. E’ quel tipo di ragazzina che piuttosto del cantante sceglie il batterista o il bassista, sogna ma con un piede per terra. Dentro quella ragazzina c’è una bambina di dieci anni, saggia come solo a quell’età si può essere. Guarda la televisione e le sembra che la gente dietro lo schermo sia più grande delle persone come lei, più alta, più massiccia. Dentro quella bambina di dieci anni ce n’è una di cinque, parla poco e guarda molto, ha una bambola con un occhio rotto che resta chiuso, ma per lei è perfetta così. Dentro quella bambina di cinque anni c’è il seme, è così che si chiama la più piccola bambolina della matrioska. E’ il seme dell’amore, una vita che ha tutto da scrivere e nulla da correggere.

La bambola più grande della matrioska in russo si chiama madre e sono io, la me di oggi, che guarda tutte le altre con tenerezza e rabbia, a volte le culla a volte le vorrebbe schiaffeggiare, ma non può fare a meno di stringerle in un abbraccio e accettarle tutte.eclectic-artwork

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89 thoughts on “l’abbraccio

  1. ummhhh.-..che brave.. io non riesco a guardarle tutte bene, alcune le detesto un po’! hanno sofferto troppo per i miei gusti..
    mi sa che adesso sono quella appena dentro di te, che guarda sempre le altre fila e le invidia un po’, che vorrebbe la famiglia dell’ikea e sa che la sua, al massimo, potrebbe un giorno essere quella del..mondo convenienza!!!

  2. E io che pensavo di passare e farmi una risata… che preziosità il post di oggi. Io credo che senza l’abbraccio contenitivo di un’altro non riuscirei ad abbracciarmi tutta intera. vado a infornare i findus… arricchita

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  5. B. says:

    Interessante analogia.
    Siamo anche in funzione di cio’ che siamo stati.
    Inevitabile la tenerezza con cui ci guardiamo in retrospettiva…

  6. Ora io questo post dei lustri all’incontrario me lo copio in posticino che so soltanto io, e me lo rileggo nei momenti (momenti ?) di depressione acuta, così mi torna la voglia di vivere.

  7. un uomo accanto che la ama, sono anime gemelle ma quello che non sa ancora è che i gemelli alla fine sono fratelli e l’amore non può essere familiarità
    mi si è stretto lo stomaco, perché siamo io ed il mio ex marito…però grazie
    è bella la tua matrioska 🙂
    un abbraccio
    Lou

  8. Els says:

    La mia anima gemella, che per fortuna non ho sposato perché sappiamo da tanto tempo d’essere fratelli, mi ha detto poco tempo fa che sono diventata una matrioska al contrario, nel senso che il procedere del tempo mi fa migliore. Singolare, ritrovare qui questo discorso sulle matrioske, pupa bella. Una conferma ulteriore che tutta la tua intelligenza frizzante nasconde una sensibilità ed una capacità d’amore insolita e commovente. Ti lovvo, enrica, ma proprio tanto

  9. Do says:

    All’alba dei miei 48, sto imparando a guardare con affetto tutte le mini me che mi hanno resa quella che sono, e che ho imparato ad amare. ‘Nobody, not even the rain, has such small hands’. Le tue parole mi hanno ricordato questa poesia. Ho sempre pensato parlasse d’amore ma vedo ora che parla anche di chi, come te, ha un grande cuore. E comunque, ti auguro a breve un amore strappamutande. Che non guasta mai!

  10. paolo macchi says:

    fuori luogo, fuori tempo, controvento, non c’entro nulla qui, eppure da quando so che c’è, questo post[o] leggo ogni post.o., qui; è come un fiammifero, di quelli lunghi, stilosi, che … accendono. 🙂

  11. LadyKaiura says:

    “Ma non starai mica piangendo?”
    “No, è che mi è entrata una bruschetta nell’occhio.”

    cara Tesio, ricorda sempre questa massima, da incidere sulla pietra filosofale che un giorno consegnerai a Marta diciottenne: “non sono io a voler fare la batterista, è il batterista che si vuole fare me”

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  13. Sei la risata, la gioia, il pensiero, il racconto, di ogni giorno… anche al lavoro.. non appena il cellulare borbotta “nuovo messaggio di posta” e vedo che è un tuo post, stacco il cervello razionale dalle mansioni lavorative per leggerti 🙂 Questo è davvero eccezionale… che mi ha fatto anche commuovere :°° e pensare alle mie “Lare” di cinque anni fa e più … Grazie davvero tanto per questo tuo blog 🙂

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