Quella volta che ho cercato di convincere mia nonna dell’esistenza dei vegani.

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Mia nonna cucinava malissimo. Sono certa che Chef Rubio si sia inventato Unti e bisunti ispirandosi a lei e alla sua ricetta preferita: l’agnello sott’olio. Praticamente l’agnello macellato veniva nuovamente ucciso per annegamento in grasso puro, con effetto fossile d’ambra. Anche le dimensioni dei cosciotti erano giurassiche, per sfamare i nipoti sempre troppo inappetenti.

“Mangia che sei magra!” mi diceva, “io mangio, ma a ogni boccone comprendo meglio cosa si intende per estrema unzione…”, “ma quello non è olio è l’acqua delle verdure”. Mia nonna negava sempre, negava tutto. Sapeva che odiavo la cipolla, ma la ficcava ovunque. “Nonna c’è la cipolla”. “No, no, non è vero”, “nonna il gatto sta lacrimando”, “macché… mica è colpa della cipolla, è un gatto sensibile, è contento di vederti”. Da lei anche il pane faceva schifo, lo comprava tutti i giorni, ma bisognava sempre mangiare quello del giorno prima, perché il pane non si butta. Quindi eravamo in ritardo di 24 ore sul pane fresco: in filosofia si chiama il paradosso del pane in differita.

Le torte si vantava di farle senza ricetta, “a occhio”, “nonna si dice a cazzo, non a occhio” tentavo di spiegarle, ma niente, dava un’alzatina di spalle e via. Le sue crostate erano secche, dure e irregolari, però c’era quella cosa delle pallette di pasta con cui decorava la superficie, piccole sfere di frolla per metà intinte nella marmellata. Noi nipoti le rubavamo intrufolandoci in cucina, erano proiettili mortali ma buonissimi. Una volta ci fece una torta di pallette, ma non aveva, senso, non avrebbe senso un gelato di punte di Cornetto Algida.

L’errore più grande che potessi fare con lei era mostrare un qualche apprezzamento per un piatto: te lo propinava per le successive 15 domeniche, allo sfinimento. C’è gente che non può più vedere una bottiglia di vodka causa ubriacatura adolescenziale, a me non avvicinate al naso una teglia di gnocchi alla romana o vomito.

Credeva molto nella besciamella, possibilmente con qualche grumo, in cuor suo pensava che tutto fosse più accettabile con uno strato di quell’impiastro sopra.

Non credeva nell’esistenza dei vegetariani e comunque il prosciutto di sicuro lo potevano mangiare, “ché il prosciutto è mica carne-carne”. E alla fine, vegetariano o meno, il prosciutto da mia nonna lo mangiavi, anche perché era l’unica cosa commestibile.

Quando andavo via da casa sua, dopo pranzo, mi salutava dalla finestra. Non ricordo abbia mancato una volta.

nonna1Le Illustrazioni commoventi di Ilaria Urbinati: http://inapencil.blogspot.fr/

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38 thoughts on “Quella volta che ho cercato di convincere mia nonna dell’esistenza dei vegani.

  1. Mio nonno era un serial killer del pane: comprava ogni giorno 1 kg di pane e LO SURGELAVA. E di giorno in giorno scongelava un altro kg di pane comprato nei giorni precedenti. Mi è sempre sfuggita la logica, ma credo che mangiare pane fresco ogni giorno, per chi come lui aveva fatto la guerra, fosse qualcosa di imbarazzante, qualcosa per cui sentirsi in colpa ed espiare.

    Io comunque, nel dubbio, a casa dei miei nonni al massimo mangiavo i biscotti 🙂

  2. Emma says:

    Quando tornavamo da scuola la nonna ci faceva sempre trovare una pentola piena di spaghetti stracotti, serviti a mestolate (letteralmente, mica cadevano) agli affamati nipoti! Alla fine ci era venuta un’idea…dirle che saremmo arrivati all’una e mezza, presentandoci invece all’una. Lei andava nel panico…non ho ancora buttato la pastaaaaa!!!! ( E MENO MALE!!! pensavamo noi).Ho anche un vago ricordo di zampe di gallina, ma ho rimosso in quale ricetta..

  3. Mia nonna faceva (fa) uguale con il dado…mia sorella soffriva di terribili emicranie e il medico le aveva dato una dieta di eliminazione da seguire, che comprendeva anche il dado…la diabolica nonna ha continuato a metterlo ovunque, negando fino alla morte anche quando trovavamo il cartoccino vuoto!!!

  4. Angela says:

    Mia suocera cucina malissimo, sa fare bene solo i tortellini e le tagliatelle (bolognese doc). Per il resto pianto e stridore di denti.
    Una volta ha voluto modificare una torta buonissima di cui le avevo dato la ricetta io, per poi propinarcela: ero alle lacrime! Quando le chiesto come mai avesse voluto modificare la ricetta, mi ha risposto che l’altra versione la facevo già io, lei aveva voluto provare a essere creativa. Anche il cane si è rifiutato di mangiarla…
    🙂

  5. Odio il pane vecchio..potrei fare la scarpetta con le fette biscottate piuttosto che con il pane del giorno prima…mio padre,grande cultore del “il pane non si butta mai” lo affetta sottile sottile convinto che si ammorbidisca. Per quello che ogni volta che mangio da lui compro il pane fresco

  6. Anche mia nonna cucinava male, mia mamma non cucina affatto e io ci provo con risultati alquanto discutibili ma quando vivi all’estero e sei italiana,tutti si immaginano che hai passato l’infanzia e l’adolescenza a cucinare con le donne della tua famiglia in un tripudio di sapori mediterranei….sapessero!
    Il pure’ di patate di mia nonna era duro, bruciacchiato e possibilmente riscaldato ma lo adoravo era il sapore di casa della nonna…neanche io pero’ riesco a replicarlo!
    Anche questo post e’ sorprendentemente stupendo, come sempre riesci aparlare di cose che tutti noi conosciamo regalando un punto di vista divertente e tenero allo stesso tempo, sei bravissima.

  7. Le mie nonne erano, al contrario, cuoche incredibili di quelle però che piuttosto che farti stare ai fornelli da sole si sarebbero incatenate alla cucina. Sempre cariche di raffiche di milioni di consigli al secondo, anche quando, bontà loro, ti stavi esibendo non in un doppio carpiato, ma in un tuffo a bomba come può essere una torta margherita o una pasta al sugo: alla fine,esausta, mi lasciavo inevitabilmente strappare la frusta o il mestolo, che tanto “Ti faccio solo vedere come si fa”. 🙂
    Ah, si vede che ieri eri proprio fissa nei miei pensieri perché ho scritto di te anche qui:
    https://smilerevolutioner.wordpress.com/2015/08/10/consigli-di-lettura-ovvero-come-esplodere-in-risate-intempestive-in-ogni-angolo-della-citta/
    un abbraccio

  8. Scusa ma… siamo sorelle o cugine e non lo sapevo?!

    Perché mia nonna era UGUALE, anche se non cucinava l’agnello. Il pane lo potevi usare per mettere i chiodi nel muro e anche quello che comprava fresco era già cemento, aveva un’amore morboso per il burro e l’olio…e la cosa peggiore che faceva era filtrare l’olio usato per una frittura, metterlo in frigo e riutilizzarlo per la frittura successiva! Il prosciutto me lo serviva in gelatina e d’estate mi faceva mangiare chili, no, quintali, no, tonnellate di zucchini!

  9. amilcaxas says:

    tutte uguali le nonne. la mia dopo avermi riempito una “cofana” di pasta, mi diceva sempre: guarda che ce n’è ancora un altro pò in pentola. e non contento mi chiedeva di mangiare il secondo.

  10. LaSte says:

    Ziiocanterino cosa non sono le punte dei cornetti algida!
    Per strada devo visualizzare Gesù che mi fa no col ditino imparatore , sennò li strapperei dalle mani di ogni passante

  11. Ninphe says:

    Nonna ha il gene della carne unta. Il suo coniglio al sugo lo digerivi il mese dopo. Però come faceva i primi piatti lei nessuna, con la pasta fatta in casa e io che la aiutavo. Pugliese Dop.

    Sul pane surgelato si fa anche a casa dei miei perché papà torna con un sacco di pane e ormai sono in due, però passato un attimo nel forno e torna croccante come appena sfornato. (Anche se nulla toglierà il sapore delle michette appena sfornate dal panettiere con il salame, rigorosamente Milano)

  12. Silvia says:

    Ahahah non ci credo anche mia nonna mi rifilava l’agnello sott’olio!
    Lei faceva pure gli gnocchi fatti in casa però. Li digerivi dopo due settimane ♡

  13. Michela says:

    Mia nonna cucinava da dio, ma quella del “pane nuovo solo dopo aver finito quello vecchio perché il pane non si butta” penso sia una cosa comune a tutti quelli che hanno vissuto la guerra… Post fantastico

  14. Io ho ancora gli incubi per lo spinacino e le penne al sugo di pomodoro (cattivo) con il parmigiano grattugiato che in realtà non era parmigiano!!! Ed il pane scongelato in forno che dopo un minuto diventa di ghisa 😉

  15. wild girl says:

    eh già..il pane non si butta mai!!! “perché quando muori e vai all’inferno ti danno un cesto bucato con cui raccoglierlo…e non smetterai mai di raccoglierlo!!” Grandi nonne! le mie facevano il “risotto viola” ( con un litro di vino nero) e la casoeula con dentro le zampine del maiale…perché anche di quello non si butta via niente!!

  16. Giada says:

    Le nonne…Io ne ho solo una che sa cucinare molto bene, però anche lei ci va giù di burro che è un piacere per il cardiologo. Il sugo di pomodoro ed il ragù come il suo non l’ho mai mangiato, certo perché ci mette mezzo panetto di burro “a fine cottura”! Si crea un olietto rosso con cui fare scarpetta che dopo mezzo kilo di pasta ti stende in divano per tutto il pomeriggio in preda ad un food coma senza paragoni.
    Il pane del giorno prima però, cuore di nonna, lo mangia solo lei e agli altri lascia quello fresco di giornata.
    … Mi è venuta fame, devo chiamarla per chiederle quando ci fa gli gnocchi 😛

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