I 10 peggiori lavoretti di merda dei bambini. Un catalogo ragionato.

Il posacenere di creta di merda. A confronto gli utensili dell’uomo di Neanderthal sembrano fatti da Richard e pure da Ginori. Sui pacchetti di sigarette bisognerebbe inserire l’effigie del posacenere di creta di merda, la sua bruttezza dissuaderebbe anche il più convinto tabagista.

jacovIn foto: la nuova campagna anti-fumo ideata da me e Paola Patrizi.

Il Barattolo Montessoriano della calma di merda. Semplice da fare, bello da vedere. Nella scala della difficoltà di Muciaccia qui stiamo a livello “adulti e bambini senza il pollice opponibile”. Basta un contenitore di vetro, dello shampoo, dell’acqua e fin qui tutto bene, poi arriva la questione glitter e paillettes. Il barattolo della calma di Mariuccia Nostra, va detto, evoca lo spirito del Gender, basta assemblarlo e il vostro figlio maschio sembrerà una via di mezzo tra Barbie Magie di Luce e la versione più sberluccichina della drag queen Natalia Per Strada. Comunque, nonostante abbia già lanciato un forum su facebook, mi resta un dubbio: esattamente nel barattolo della calma quando vanno aggiunte le gocce di Lexotan? Pare che anche Ferrero abbia fatto il suo barattolo della calma, è efficace pur creando assuefazione, ciccia e brufoli.

barattolo

Barattolo della Calma di Montessori vs Barattolo della calma di Ferrero.

nutella

I rametti pasquali di merda. Il procedimento prevede di attaccare dei pallini di polistirolo su piccoli tronchetti di legno, per un ghiotto effetto boccioli di plastica. Non rifatelo a casa, soprattutto in presenza di un gatto.

styro

Il portachiavi in Das di merda. Se lo porti in tasca la chiave lo graffia facendo polverizzare il suo materiale. Quando prendi le chiavi dalla tasca la mano diventa bianca di polvere. Nella migliore delle ipotesi fai la figura del giocatore incallito di biliardo. Se malauguratamente porti la mano in faccia, le maestre non ti riconsegnano il figlio all’uscita della scuola e chiamano i servizi sociali.

Le maracas con le bottiglie sonore di merda. Questo è il lavoretto che fa per me. Intorno alla scrivania dell’ufficio, ma soprattutto intorno al mio letto ho tante bottiglie d’acqua che manco agli angoli delle strade estive di paese. Forse mi preparo a un’invasione notturna di cani piscioni o forse lo faccio per il brivido di svegliarmi urlando: “è arrivato l’invasor” ogni volta che la plastica fa il classico scatto esplosivo d’assestamento. Sarà per l’ispirazione bellica, ma alla fine le mie bottiglie sonore di merda assomigliano più a molotov per la guerriglia urbana che a maracas.

I pon pon di merda. Ogni casa di bambino che si rispetti prima o poi passa attraverso la corrente artistica del ponponisme. Fatto uno, un pon pon tira l’altro e in men che non si dica hai cappelli con pon pon, calze con pon pon, sciarpe con pon pon, code di gatto con pon pon, copriwater in pon pon, gonadi con pon pon.

I fermacarte in sasso del greto del torrente della Val di Susa (che nessuna impresa della TAV è in grado di trasportare). Per tradizione i sassi vengono verniciati con teste di gatto deformi. Visto che sulle nostre scrivanie la carta ha lasciato il posto a dispositivi elettronici, il masso è una specie di stele che ha il compito di ricordare al silicio di essere umile.

12232993_1083676355006407_1757492825_nin foto: una coccinella della Val di Susa (gentilmente offerta dall’amico Simone Magnani) umiliata da un mouse

I sottopentola di mollette di merda. Ho un serio problema con le mollette per i panni, con le mollette e con le grucce dei vestiti. Fino a poco tempo fa non mi era mai venuto in mente che si potessero acquistare, pensavo si tramandassero per via matrilineare, un po’ come il corredo. Per anni ho steso interi bucati con la forza pinzante di una sola molletta. Per anni ho riposto nell’armadio spaventapasseri di vestiti su un unico appendino. Comunque, tornando alle mollette, cresce in me la certezza che piuttosto di finire in quell’assemblaggio urrido che è un sottopentola dall’allure tirolose, esse preferiscano suicidarsi volando giù dalla finestra (vedi la prima legge fisica dell’economia domestica: per ogni bucato steso almeno quattro mollette si immolano alla forza di gravità).

molletta

in foto: una molletta con manie suicide

Il semino nel cotone di merda. Tutti ad applaudire al piccolo germoglietto nel cotone e nemmeno un “brava!” a me per la serra di patate-baobab che coltivo diligentemente da anni nell’ultimo cassetto delle verdure in frigo. Anche quello è il miracolo della natura che si compie e lo rivendico con orgoglio.

La cornice di conchiglie di merda. Il problema sta nelle conchiglie e le conchiglie vengono dal mare. Quest’estate Lorenzo me ne ha infilato un sacchetto a tradimento nella valigia, a fine vacanza. Peccato che ci avesse lasciato dentro i paguri, vivi. Al rientro a Torino, la mia valigia sembrava la rete di Padron “Ntoni dei Malavoglia, c’ho messo una settimana a bonificarla.

Questo post è sponsorizzato dal Fronte per la Disinfestazione dai Lavoretti di Merda. Firma anche tu per una vita meno creativa, ma esteticamente più accettabile.

Standard

119 thoughts on “I 10 peggiori lavoretti di merda dei bambini. Un catalogo ragionato.

  1. sono morta dalle risate e di dispiacere per tutti i lavoretti di merda che ho fatto negli anni dalle suore e che i miei hanno vivamente apprezzato (probabilmente pensando quanto hai scritto tu qui sopra pero senza dirmelo per non spezzarmi il cuore). Adesso vado a scrivere scusami per tutti i lavoretti di merda sulla bacheca dei miei!

  2. Andrea says:

    Mi hai fatto andare la colazione di traverso dal ridere, come tutti ho invaso la casa dei miei genitori di vari lavoretti di merda , obbligandoli ad esporli, ve ne sono testimonianze ancora oggi nella casetta in montagna (tutto prima o poi finisce nella casetta in montagna).
    Oggi padre da 7 mesi capisco che devo pianoforte da subito il sabotaggio della creatività di mio figlio a beneficio di tutti ( soprattutto il mio) aspettando con ansia le mie battaglie ti auguro un buon giorno , grazie per la risata
    Andrea

  3. Sara P says:

    Ma io spero che tu possa scrivere un libro e tenere conferenze in tutto il mondo raccontando queste cose che mi fanno piangere dal ridere.

  4. Lucy says:

    dedicato agli indignati… mio figlio torna a casa, 5 anni con un lavoretto, gli chiedo dove vuole che io lo metta.. sul camino.. sulla mensola.. lui mi risponde “dove ti pare.. tanto non l’ho manco fatto io..” lo adoro, mia figlia 10 anni sta mettendo a posto la sua cameretta e mette in un sacco nero tutti i sui vecchi lavoretti..e mi dice “dove posso buttare ste robe..? non le posso più guardare..” le rispondo con espressione finta dispiaciuta… ” ma perché le butti via? sono i tuoi lavoretti..” mi risponde.. “appunto..”, l’adoro.. i bambini crescono.. certi genitori no.

  5. Chiara says:

    Ho capito che mia suocera mi odia quando mi ha rifilato tutti i lavoretti di merda di mio marito che aveva conservato con tanta cura!

  6. Noooooo!!! Ma perchè ti ho scoperta solo oggi?! Ho i crampi agli addominali dalle risate….e adesso devo andare a leggere tutto il resto….erano settimane, ma che dico, mesi che non ridevo così di gusto….grazie!

  7. Pingback: Il lavoretto di Natale | Montessori per pigri

  8. Pingback: Natale: idee su come decorare casa a prova di teppistelli - The Swinging Mom

  9. Pingback: Regali di Natale per chi non ama il Natale, da vero Grinch – The Swinging Mom

  10. Pingback: Natale a modo mio | mai più di tre

  11. Pingback: Ghirlanda natalizia | Lavoretti per nanetti

  12. Sabina Montevergine says:

    Sai, quando vado a trovare mia mamma, i miei figli hanno il vizio di frugare tra i suoi cassetti e non capita volta in cui non salti fuori un bigliettino di Natale stropicciato o una scatolina di conchiglie opache fatta da me o dai miei fratelli. Io, che ho il cuore spezzato dalla nostalgia da quando ho circa cinque anni, mi ritrovo con gli occhi pieni di lacrime a pensare a quei lavoretti dimmerda conservati e a pensare invece che quelli dei miei figli finiscono regolarmente nel sacchetto dell’indifferenziato, buttati di nascosto dai piccoli creativi e soprattutto dal portinaio che mi cazzia per il mio uso/abuso dell’indifferenziato.

Leave a comment