Lasciate le scarpe e la dignità voi che entrate. Gli spogliatoi delle piscine per bambini.

Dicesi contrappasso la rigorosa corrispondenza della pena alla colpa. Nella pratica: ogni madre che ha affermato “il nuoto è uno sport completo” si ritroverà in un girone dell’inferno chiamato “spogliatoio della piscina” per espiare il proprio qualunquismo nell’umidità e nella disperazione.

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Che uno dice “Che ci vuole?” Arrivi, cambi, esci, lui (lei) nuota, fai ciao ciao dagli spalti, rientri, doccia, asciughi, esci. Ho visto sbarchi in Normandia meno cruenti, lo assicuro. Tutto inizia nell’anticamera che tu hai sempre vissuto come lo spazio per lasciare le scarpe. Illusa. Ci sono quaranta bambini per una panchetta da due culi e una puzza di piedi che làvati, perché è dura da accettare ma i bambini puzzano amici, puzzano tantissimo, anche quegli angioletti con le scarpette di Frozen che avete per figlie.

La panchetta è occupata da una nonna da due culi e dalla sua borsa, ella sceglie di spogliare e cambiare integralmente qui il proprio nipote, si porta avanti, l’esperienza l’ha resa scaltra e prepotente, tu la guardi con un mix di odio e ammirazione. Nella lotta a portarsi avanti vincono comunque le accompagnatrici che conducono i rispettivi Rocky Balboa già in accappatoio, li hanno cambiati sulle scale, forse in macchina.

Entri. Lo spettacolo è spaventoso: nella palude si muovono orde di bambini incaprettati nelle loro medesime mutande e costumi da bagno interi. La sacerdotessa delle nebbie di Avalon, ovvero l’inserviente con lo straccio, si sposta nell’umidità come fosse il suo elemento naturale e insulta le accompagnatrici inesperte. Alcune si coprono le scarpe con sacchetti dell’immondizia e si aggirano come i chirurghi di ER. La pressione e il nervosismo è in effetti ai livelli di un pronto soccorso, bisogna fare in fretta o i bambini evaporeranno.

Tuo figlio ha fatto la doccia preventiva, ha sentito scrosciare le cascate, ha visto scorrere fiumi cristallini, ha risposto tre volte no alla domanda “devi andare in bagno”, ma appena i suoi piedi toccano la pozzetta per entrare in vasca scatta la voglia pazza di far pipì. Si torna indietro, avevi già srotolato i pantaloni ed è subito 1995, quando alla prima pioggia ti aggiravi per sei ore con i jeans a zampa bicolor e i polpacci gelati. La moda dei risvoltini l’ha inventata la madre di Phelps.

I pargoli guadano tutti la pozzetta e sono dall’altra parte. Fine primo round. Tiri il fiato, ingenua che non sei altro.

Dopo 45 minuti esatti siete tutte insieme schierate, le mondine di Riso amaro.

riz-amer-1948-05-g.jpgIn faccia una smorfia disperata, in mano il bagno schiuma, lo shampoo e la spazzola con la prolunga per lavare la macchina. C’è acqua ovunque, arriva dal cielo, dai lati e dal basso. “Aprite i rubinetti tutti insieme, per Dio” urla la nonna due culi, se non si fa così è impossibile raggiungere una temperatura tollerabile. Purtroppo qualcuno in bagno tira lo sciacquone e i bambini sono bolliti, cose che capitano, bisogna proseguire.

A metà delle grandi manovre tuo figlio ti guarda e ti dice che deve fare la pipì. “Ma di nuovo? Ma non puoi pisciare lì sotto? Tanto lo sappiamo tutti e due che presto farai l’elicottero con il pisello nella doccia”. Ma il giorno del decollo non è oggi, oggi ha deciso che è pudico e deve farla nel bagno. E preghi che non gli scappi anche altro perché se si siede tutto insaponato e sgusciante finisce dritto dritto nello scarico e ciao primogenito.

La tappa al cesso ti costa caro. I phon sono tutti occupati dalle madri di Rapunzel, bambine ipertricotiche con la capacità assorbente di un mocio vileda. Alcune stanno facendo la piega a Valerio Scanu.

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Infili tuo figlio tra due postazioni, la seconda classe dei phon da muro, prendi il calore usato. Ti rendi conto di avergli lasciato un chilo di schiuma in testa. Meglio, così si secca prima.

Sei devastata. Ma c’è ancora la borsa da chiudere. A casa avevi diviso ogni indumento in sacchetti e scomparti, ora hai solo voglia di fuggire, butti tutto dentro in un bolo di bagnoschiuma, stoffa, ciabatte e calze. È finita.

Hai perso sei chili. Il nuoto è lo sport più completo, solo che a questo punto non mi spiego i due culi della nonna.

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61 thoughts on “Lasciate le scarpe e la dignità voi che entrate. Gli spogliatoi delle piscine per bambini.

  1. mi è appena scesa una lacrima ….. giuro…..non letterale ma vera! sei un genio. e io, che ho portato la primogenita in piscina fino a quando il secondogenito è stato nella panza (cioè fino a tre giorni prima che ne uscisse…) ora me ne terrò lontana almeno fino a quando non ci dovrò tornare da nonna a due culi. giuro.

  2. Stefi says:

    Il 14 Feb 2017 13:35, “prima o poi l’amore arriva. E t’incula.” ha scritto:

    > tiasmo posted: “Dicesi contrappasso la rigorosa corrispondenza della pena > alla colpa. Nella pratica: ogni madre che ha affermato “il nuoto è uno > sport completo” si ritroverà in un girone dell’inferno chiamato > “spogliatoio della piscina” per espiare il proprio qualunquism” >

  3. adhd126 says:

    Davvero fenomenale ! Posso girarlo alle mie amiche della piscina? Diventate grandi alleate frequentando questo girone dell’inferno e ridendo a crepapelle anche sui calzini, che finiscono per auto eliminarsi a fine corso, non trovi ?
    P.s. Comunque il nuoto è uno sport completo… piacere Valentina

  4. Pingback: UN TRANQUILLO VENERDI’ DI PAURA | cambiopasso

  5. Nicole says:

    Sarebbe tutto molto divertente se non fosse che ho fatto nuoto da bambina (e ti giuro mamma, mi dispiace) e ho ripreso a fare nuoto ora, alla soglia dei 30 anni… e non è cambiato nulla, anche se mi lavo e mi vesto da sola è un’esperienza ai confini della realtà!

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